Abbiamo avuto qualche anticipazione su quali argomenti saranno trattati e contiamo di darvene conto perché, udite, udite, si parlerà d’informazione. Nell’era della super tecnologia velocissima, dell’iper-globalizzazione dei social network, dei sistemi satellitari e chi più ne ha più ne metta, il mondo economico s’interroga sull’informazione o meglio se alla velocità corrisponde la veridicità. Proprio così, il coperchio che è scoppiato pone tutti i divulgatori di notizie sul banco degli imputati reputandoli corresponsabili (abbiamo già visto Soc. Rating. e di controllo COBNSOB) di notizie assolutamente viziate da interessi particolari.
Questo è il punto sul quale si dibatterà principalmente in questi giorni in cui quest’anno non partecipiamo di persona ma a cui dedicheremo attenzione per l’obiettivo che ci siamo posti di capire ciò che vogliono renderci incomprensibile, e qui un altro punto fondamentale dei dibattiti che si svilupperanno, il linguaggio. Alcuni economisti la pongono al centro della futura divulgazione della materia facendola definitivamente uscire dai Palazzi dove sembra essersi rintanata nuovamente; la TV a parte gli speciali sul crollo delle Borse o dell’euro in questi giorni, non affrontano quasi più in senso divulgativo la materia. Sono un ricordo lontano il grande Everardo della Noce o Alan Friedman che con il suo italiano traballante c’introduceva al mondo del risparmio e altro, le rubriche d’economia sono presenti sulle TV satellitari e sul digitale apertamente sponsorizzate, ad affermare che si tratta di nicchia e come tale deve vivere e morire. Noi non la pensiamo così e crediamo che sia giusto che uno dei pilastri della nostra nazione, il libero mercato o tutto ciò che è legato alla conoscenza sia facilmente accessibile a tutti compresi tutti i meccanismi economici che alimentano i Sistemi.
Saremo, come annunciato, attenti ed interessati ascoltatori del pensiero dei dotti che interverranno che discuteranno oltre a quanto detto, anche sulla bolla immobiliare che sembra ancora attiva a differenza del vulcano islandese, sul concetto d’economia come valore etico da rispettare a dispetto dell’egoistico arricchimento, ed infine sulla cronicizzazione dell’incertezza che rende sempre più vulnerabile programmare, anche per gli Stati (vedi manovra Finanziaria), che servirebbe a concedere un minimo di stabilità anche nella piccola economia familiare. In questi giorni sapremo anche la programmazione del nostro governo in merito che già preannuncia lacrime (dalle soffiate, ai soliti noti) ma attendiamo fiduciosi.

