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Il tesoro dei numeri

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Appena conclusa la prima metà dell’anno in corso, si stilano le prime statistiche ed “escono” i primi numeri che aiutano a fotografare le situazioni, non solo quell’economica per cercare, se possibile, di apportare correttivi. L’esame poi, nello specifico, dei consumi, è l’ennesimo tassello che si aggiunge al già tormentato percorso che porterà ad una già contestatissima manovra finanziaria, come scrivevamo in uno dei nostri precedenti articoli che al momento ha solo provocato contestazioni.
Ebbene come nostra ormai radicata abitudine, ai numeri cerchiamo di trovare corrispondenza nella percezione degli stessi: se l’ISTAT, infatti, ci annuncia che i consumi degli italiani si sono sensibilmente abbassati, basta scambiare due chiacchiere col salumiere sotto casa (gli alimenti sono tra i più colpiti) già da qualche mese per capire che se mette l’offerta sul prosciutto meno pregiato finisce in un attimo. Questo per dire cosa, che non sono solo i numeri ad evidenziare le difficoltà ma soprattutto la vita di tutti i giorni.
Basta, infatti, andare a chiedere alle mense per i poveri se hanno visto delle variazioni e di che tipo: interrogato un prete molto attivo nella Capitale dice che da qualche tempo ha iniziato a vedere gente in giacca e cravatta in fila.
Bisogna a mio avviso, alle teorie dei grandi studiosi, integrare le teorie espresse dalla gente comune, che vive sulla sua pelle quotidianamente e si trova a muoversi nel campo minato dell’attuale situazione economica globale; la gente non vive su Marte!
I numeri servono ad orientarci: una bussola con un orecchio aperto sulle tendenze e usi sfruttando le proprie risorse: compito che dovrebbe essere a mio avviso delle strutture pubbliche che, anche se qui non abbiamo la cultura potrebbero essere imprese a tutto tondo traendone benefici distribuendo ricchezza e lavoro ai propri cittadini.

E torniamo sempre sugli stessi punti, una terra che potrebbe “campare” sul turismo, che invece si trova sempre ad elemosinare risorse altrove (vedi Pomigliano e altre centinaia di casi)
Proprio leggendo i pezzi tra gli altri della bravissima Tonia Limatola tratta dal Mattino sui probabili scioperi al depuratore di Cuma e sugli effetti in termini anche del labile turismo soprattutto locale della zona, riflettevo sull’intervento del Presidente dell’associazione dei Gestori di lidi Giugliano/ Licola/Varcaturo, in un altro articolo, che elogiava alcuni suoi colleghi per aver modificato lo status di semplice lido balneare in veri e propri centri d’iniziative sportive ludiche ed aggreganti traendone ottimi benefici.
E’ chiaro a tutti che se il giocattolo funziona i frutti si vedono: c’è crisi, ma se una famiglia trova un posto dove c’è sabbia pulita, dove i bimbi giocano senza pericoli e ci si può rinfrescare anche se non sono tuffi a mare, il movimento si crea e la voce gira, e, finiamo sempre con i sogni, non sarebbe bello che gli stessi sensibilizzassero e contribuissero a, riparare strade limitrofe, a creare spazi per parcheggi e, non ultimo a contribuire a far funzionare il depuratore?
Ecco come a mio avviso i numeri possono cambiare se stessi.

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