Ormai sono passati mesi dalle votazioni alle Camere sull’avvio del progetto di Federalismo a vari livelli. A parte le contestazioni fatte ad apprezzamenti da parte soprattutto d’alcuni membri della Lega Nord, man mano che i concetti e disegni si vanno delineando e le opportunità cominciano ad emergere dalle nebbie della burocrazia, tutto si ferma e si riparte dal “VIA”. Collegandoci al precedente articolo, quando abbiamo accennato alla vicenda Fiat / Pomigliano, dalle prime bozze ferme nelle varie commissioni prima di proporle al Parlamento, emerge che azioni come quelle “sognate” possono incominciare a concretizzarsi. Non certo a quei livelli, ma nell’ottica esplicitata del” mai più assistenzialismo”, lo Stato o l’Europa, un giorno dovrà necessariamente finanziare un’idea che nasce da chi vuole dare un futuro ai propri figli e di conseguenza all’economia della propria terra.
Mi è capitato di leggere in questi giorni dopo il mio precedente articolo due autorevoli giornalisti, Nicola Rossi sul Sole 20h e Roberto Mania da Repubblica che se messi insieme ci danno una chiave di lettura delle future strategie economiche ma anche politiche e sindacali! Il primo ha posto l’accento sulla chance che il Sud deve necessariamente giocarsi con l’attuazione del Federalismo e l’altro a mio avviso ne prospettava il possibile scenario vincente.
Non avendo chiaramente la possibilità di analizzare i tecnicismi della futura riforma, si può senza dubbio affermare che per essere maggiormente indipendenti, bisogna avere delle Guide all’altezza: è auspicabile come afferma Rossi e non solo, un rinnovamento adeguato della classe Dirigente per essere pronti ai cambiamenti e alle innovazioni che una Pubblica Amministrazione deve affrontare. Ma anche Imprenditori che alla legittima ambizione di lauti guadagni, voltino lo sguardo al futuro per rendere flessibile e variabile anche la strada degli investimenti che solo così possono riguardare anche le generazioni future. Questo pensiero, che coinvolge tutte le componenti e strati sociali, deve necessariamente essere supportato da una forte coesione sociale. Creare un clima di collaborazione tra le parti in gioco diventerebbe lo strumento strategico più virtuoso e vincente che passerebbe oltre a tanti mali che attanagliano le nostre terre.
Un’utopia possibile se riusciamo da subito a comprendere che l’unico modo per salvarci e salvare il futuro è necessariamente leggere tra le opportunità che il nostro tempo ci offre, e se è arrivato il tempo del federalismo (imposto), sarebbe il tempo di smentire chi si aspetta il solito meridionale atteggiamento d’attesa e che venga dal cielo “l’illuminazione”.
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