Abbiamo più volte sostenuto dalla “pagine” di questo giornale, che pur condividendo il profilo basso da parte degli organi ufficiali nel descrivere i fenomeni derivanti da questa tremenda crisi economica, riteniamo però indispensabile che le notizie e numeri siano lo specchio della vita reale ponendo l’accento sulla vera criticità nel condurre la nostra vita “normale”. Non è solo percezione: non è più una novità se qualche operaio sale sui tetti, chi frequenta i centri delle metropoli, ormai si trova quasi quotidianamente a fronteggiare scioperi e cortei.
Insomma rispetto alle parole e visi distesi dei nostri rappresentanti, uscendo per strada, si respira un’aria pesante. Questo sistema è stato anche illustrato come raccontato in precedenza, al festival dell’economia di Treviso, e si è detto, infatti, che è prima di tutto fondamentale essere precisi nel fornire dati e notizie anche se pio si decide d’essere soft nell’esporli.
Sono stati bravi e in linea con questa tesi i giornali sia cartacei che televisivi a far passare la notizia che l’incremento della disoccupazione per il 2009 è stato contato in circa 480.000= unità ma dato ancora più raggelante e che per i primi sei mesi del 2010 il dato è quasi pari a tutto l’anno precedente il che vuol dire che alla fine dell’anno ci saranno oltre un milione di disoccupati in più in un biennio. Una cifra mostruosa, che in termini di consumi (motore della “rinascita” come ci hanno inculcato) potrebbe avere effetti sconvolgenti di cui ancora, per fortuna, non si odono gli effetti. La ripresa ci sarà, se abbiamo capito bene il meccanismo, allorquando avremo tutti un rinnovato potere d’acquisto e non solo se la produzione industriale “misteriosamente” aumenta senza operai; la stessa presidentessa della Confidustria, afferma che il sommerso probabilmente supera l’ufficiale. La logica dice quasi che se è sempre vero quello di cui sopra, se ci sono ancora consumi, in gran parte sono provenienti da entrate non dichiarate, derivanti da un’economia parallela; forse è per questo che c’è ancora chi acquista auto di lusso vestiti di marca etc, etc?
Ma se c’incamminiamo verso queste strade, entriamo nel vicolo cieco delle recriminazioni e delle denunce d’ingiustizia; ancor di più dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che, se teniamo al futuro dei nostri figli, dobbiamo creare i presupposti, in poche parole migliorare il presente. Molti diranno che è quello che pensiamo tutti, ma come? A mio avviso lo sostengo e lo sosterrò sempre superare il blocco della criminalità organizzata pretendendo dallo Stato centrale la gestione delle nostre risorse soprattutto turistico/paesaggistico ma questo avendo una visione della vita più di basso profilo, pensare di vivere in modo più “normale” i famosi 50 giorni da orsacchiotto descritto da Troisi tra il leone e la pecora.
Sulle bugie infine, visto che quando si parla d’economia, lo sappiamo tutti, è come parlare di un malato terminale, dobbiamo pensare anche ai parenti che siamo tutti noi e porci il quesito: è meglio conoscere la verità ed affrontare il destino oppure ignorarlo ed attendere che gli eventi accadano?
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