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Giugliano: il “Premio Letterario Minerva” a Francesco Botti

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Tre i finalisti della VI° edizione del premio Minerva “letteratura dell’impegno” che si è svolto il 20 e 21 Ottobre 2011 presso Palazzo Palumbo. L’evento, promosso dall’Associazione Culturale Minerva con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Giugliano, è , come da tradizione, un’occasione per far conoscere al pubblico, scrittori che hanno affrontato nei loro testi narrativi tematiche di interesse sociale e civile. Quest’anno la giuria tecnica, composta dagli scrittori Antonella Cilento, Maurizio Braucci, Francesco Durante, Giuseppe Montesano e dalla presidente dell’associazione Minerva Bianca Granata Guadalupi, ha selezionato tre finalisti. Sono Francesco Botti con il suo testo “Di corsa, di nascosto” Ed. Guanda; otto racconti che narrano, amori, sogni, segreti e speranze vissute da uomini omosessuali “di corsa e di nascosto” . Silvia Dai Prà con il suo testo “Quelli che però è lo stesso” Laterza ed. Il diario di un’insegnante che, alla sua prima esperienza, descrive i tratti di un universo, quello di un istituto della periferia romana, e lo dipinge attraverso il filtro dei sentimenti di alunni, docenti , finestra sul “mondo popolare della periferia metropolitana”. Ferruccio Parazzoli con il suo romanzo “ Il mondo è rappresentazione” Mondadori ed. L’animo umano, dilaniato tra fede e scetticismo viene descritto nel viaggio difficile che affronta. «Dio è la nostaglia che abbiamo di lui, è questa necessità di distruggerlo per poterlo ritrovare». La proclamazione del vincitore, nel corso della serata del 21 ottobre, è stata decretata da una giuria popolare composta da 190 lettori che ha assegnato il premio allo scrittore Francesco Botti con settanta preferenze contro le 64 di Silvia Dai Pra e 58 di Ferruccio Parazzoli. Ciascuno dei tre finalisti ha ricevuto una somma pari a 1500 euro e a Botti, che si è aggiudicato il primo posto, è stato assegnato un ulteriore premio di euro 1500. Il premio speciale d’impegno civile Minerva» è stato conferito, invece, al regista iraniano Jafar Panahi. Il riconoscimento è stato motivato: « Per averci mostrato attraverso i suoi film le contraddizioni dell’Iran moderno, con grande attenzione alla condizione delle donne, sfidando la censura del regime del suo paese in cui tuttavia il regista non ha rinunciato a vivere e a lottare per la democrazia, sopportando l’ingiustizia e assurda condanna a sei anni di carcere e 20 di interdizione dal realizzare film sia in Iran che all’estero» Ha ritirato per lui il premio il giornalista iraniano Ahmad Rafat che ha illustrato i motivi dell’incarcerazione. Momenti di riflessioni e d’analisi che motivano maggiormente gli organizzatori nell’iniettare cultura nel substrato cittadino perchè solo attraverso un risanamento culturale possiamo pensare a migliorare la qualità della vita civile.

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