Natale 1931. « Commissario. Il presepe è … Vedete, ogni presepe, anche il più povero, è su tre livelli: in alto il castello di Erode, là, che rappresenta il potere e la prevaricazione; in mezzo la campagna, col gregge, i pastori e il resto; in basso, e davanti, la grotta con la Natività ». Un’immagine ricca di suggestione, uno spaccato di napoletanità. L’autore è Maurizio De Giovanni uno dei maggiori esponenti del giallo in Italia e il romanzo è “Per mano mia. Il Natale del Commissario Ricciardi” (edizioni Einaudi). Nella serata di ieri è stato presentato “Per mano mia” dall’associazione Minerva nella sala di Palazzo Palumbo. “Non so scrivere senza emozioni” ha affermato lo scrittore e il lettore può apprezzare questa genuina peculiarità che umanizza e pennella personaggi e luoghi come su una cartolina di altri tempi. Quella di Maurizio è una rara capacità narrativa. Napoli è la città meravigliosa e disperata, che dietro la maschera d’ordine e disciplina imposta dal fascismo, nasconde povertà e miseria, e lo fa con una passione che lascia trasparire tutto l’amore per la sua città. Il romanzo di de Giovanni inaugura il nuovo ciclo incentrato sulla figura del commissario Ricciardi, commissario di polizia nella Napoli fascista degli anni ’30. Il funzionario con la sua capacità, come lui stesso lo definisce, di vedere i morti, e ascoltarli mentre pronunciano le ultime parole prima della morte, è una figura ‘noir’ del giallo. Un dono, quello di Ricciardi, che è quasi una condanna e lo porta ad ascoltare le voci strazianti “mute” per le orecchie degli altri. Il romanzo non si esaurisce con la soluzione del delitto e con la narrazione delle vicende personali dei protagonisti, anzi è arricchito da una ricostruzione che è ricerca e studio di usi, costumi, particolari che si intrecciano e si fondono con la descrizione della città di “Napoli”, e dei suoi abitanti. Il testo rapisce il lettore, lo divora rapidamente e lo metabolizza così lentamente da offrirgli la possibilità di vivere e riscoprire la simbologia del presepe, i preparativi per il Natale, e ancora, di osservare il mondo dei ricchi che sembra non abbiano storie, e quello dei poveri, degli eroi comuni, dei lavoratori con le loro famiglie che senza sosta lottano per il vott’a campa’. La speranza di un riscatto e una dignità ritrovata laddove la stella del Natale può brillare anche in una baracca. E’ la storia di chi lotta per la sopravvivenza, che non si arrende e vive nella semplicità; è la storia di una quotidiana eroicità; un volto si scorge tra gli stracci della povertà, è quello di un eroe vivo sconosciuto e dimenticato. Esiste una Napoli creativa, inimitabile, erede di una cultura millenaria, e vive, lavora, progetta ed è troppo spesso offuscata e accantonata. Il romanzo offre un messaggio rivolto a tutti e, ad appena tre mesi dall’uscita, diventa un capolavoro destinato ad essere un bestseller.