Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di leggere un’intervista al periodico locale “L’Attesa” in cui il consigliere Antonio Cerullo, nel ricostruire la vicenda del finanziamento regionale per l’area mercatale di Vallesana, fa riferimento ad un presunto accordo di cui lo stesso Cerullo sarebbe stato protagonista insieme alla signora Valeria Chianese e ai sottoscritti. Riteniamo dunque opportuno riportare in maniera ordinata i fatti verificatisi, al fine di puntualizzare il nostro ruolo in una vicenda che – a differenza di ciò che L’Attesa lascia intendere, e contrariamente a quanto apertamente sostenuto in due note successive dai consiglieri Bertini e Scotto – non solo non presenta alcun lato oscuro, ma risponde perfettamente ai criteri di legittimità, regolarità e correttezza a cui l’azione amministrativa deve sempre essere ispirata.
1) Avendo chiesto ed ottenuto un finanziamento regionale per un progetto che prevedeva la realizzazione di un’area mercatale attrezzata nell’area di Vallesana, l’amministrazione comunale ebbe dei contatti con i proprietari delle aree da espropriare. Dai proprietari venne una proposta che avrebbe consentito al Comune di ottenere i suoli a titolo gratuito, mediante l’approvazione di un progetto di Edilizia Residenziale Sociale su istanza di privati ai sensi dell’art. 7 comma 2 della Legge Regionale n. 19 del 28 dicembre 2009. La proposta della proprietà venne presentata formalmente (dovrebbe essere agevole recuperarla tramite il protocollo) e fu anche oggetto di un’istruttoria dell’ufficio tecnico comunale, con esito positivo. I vantaggi per il Comune e per la collettività sarebbero stati a nostro avviso considerevoli, visto che avremmo realizzato il progetto di localizzazione in sede fissa del mercato del martedì senza spese a carico del bilancio dell’ente e soprattutto avremmo evitato lungaggini e contenziosi sulle pratiche di esproprio. In particolare, il valore dell’area da cedersi gratuitamente al Comune (circa 10.000 mq.) era stimabile nell’ordine di almeno un milione di euro; i proprietari sarebbero stati indennizzati in termini di “moneta urbanistica”, realizzando un comparto di Edilizia Residenziale Sociale (che in parte derogava al PRG, come consentito dall’art. 7 della L.R. 19/09). Tuttavia, benché la proposta apparisse vantaggiosa per l’Ente, si ritenne di non darvi seguito, anche in considerazione del fatto che la normativa di riferimento era di recente approvazione e risultava di non univoca interpretazione. Così, la vicenda si concluse in un nulla di fatto.
2) Se la proposta fosse stata approvata, sarebbero nati due procedimenti amministrativi distinti: un primo procedimento, un’opera pubblica, avrebbe avuto ad oggetto la gara di appalto per realizzazione dell’area mercatale sui suoli ceduti gratuitamente dai proprietari; il secondo procedimento, di carattere urbanistico, avrebbe riguardato le necessarie autorizzazioni da concedere ai proprietari i quali, per realizzare l’intervento ERS, avrebbero successivamente scelto l’impresa di costruzioni che più gli aggradava o che più gli conveniva. Essendo questo aspetto assolutamente irrilevante per il Comune, non si è mai parlato di chi – eventualmente – avrebbe realizzato l’intervento edilizio. Né riusciamo ad immaginare perché Antonio Cerullo faccia riferimento alla questione. Ove mai si sia trattato di un refuso o di una libera interpretazione dell’intervistatore, sarebbe opportuna una rettifica o una smentita da parte del consigliere Cerullo; diversamente, saremmo costretti ad agire per le vie legali al fine di chiarire quello che può apparire un dettaglio, ma è un aspetto sostanziale della vicenda.
3) Non ci sorprende che i consiglieri Scotto e Bertini facciano (volutamente) confusione tra gara pubblica e appalto privato per sollevare un polverone ma, come appare chiaro, nella questione specifica la loro azione politica non c’entra nulla: l’opposizione ha chiesto e ottenuto che venisse annullato l’unico procedimento amministrativo in atto, e cioè la gara per i lavori di realizzazione dell’area mercatale; ma occorre evidenziare che il quadro economico del progetto (Delibera di Giunta n. 30 del 16.04.2010) prevedeva ormai l’esproprio delle aree e non faceva riferimento a soluzioni alternative che, come detto, erano state per vari motivi accantonate. A Scotto e Bertini va riconosciuto un solo indiscutibile “merito”, che condividono con i tecnici comunali e con l’attuale amministrazione: quello di aver fatto perdere alla città, insieme al finanziamento regionale, l’occasione per risolvere l’annosa questione della localizzazione del mercato del martedì che, a questo punto, continuerà a svolgersi lungo una strada pubblica con tutti i disagi che ne conseguono per i cittadini e per gli operatori commerciali.
Comunicato stampa
Salvatore Perrotta
Cons. Comunale, ex Sindaco di Marano
Matteo Morra
Cons. Comunale, ex Assessore all’Urbanistica


