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E’ ancora botta e risposta nella PrimaVera

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Le riflessioni di Giuseppe D’Alterio, rappresentante della Fabbrica di Nicky, all’interno dell’esperienza della PrimaVera a Giugliano, mi obbligano ad una risposta, anche, di carattere personale. Sono consapevole che questo in politica, seppur locale e seppur fatta da uomini di buona volontà, senza grandi pretese, è errato perché scende sul personale e tralascia i grandi temi, ma le accuse rivolte , dopo le riflessioni generali di Giuseppe, mi obbligano ad una chiarificazione.
Sin quando si discute sul funzionamento ottimale o meno dei tavoli monotematici si rimane nel campo del dibattito. Va certamente sottolineato che la volontà di unire forze di varie identità e cultura intorno a tavoli di confronto su problematiche generali non ha eguale sensibilità in altri schieramenti politici o, addirittura, non è tenuta in nessuna considerazioni in tante altre realtà politiche locali e regionali.
Mettere insieme i partiti che si richiamano al centro sinistra , per dare una indicazione politica , le associazioni cattoliche, il mondo dell’associazionismo, è una idea di cui , penso , si debba andare fieri.
Tirare fuori dalle stanze chiuse un discorso sull’urbanistica, che poi vuol dire discutere se continuare a cementificare o meno, vuol dire andare a discutere di tematiche demandate a tecnici di nomina politica ma con, possibili, influenze da parte di chi in questo settore investe e trae guadagni. Decidere di costruire 40mila vani fa leccare le dita a potenti del mattone, decidere di varare, semplicemente, un piano di manutenzione e recupero dell’esistente patrimonio edilizio significa creare lavoro per una miriade di piccole imprese, artigiani, lavoratori. Discuterne pubblicamente è, forse, anche, un atto di coraggio. Certo diviene faticoso, snervante, trovare la quadra. Ma è meglio tentare questa via che riunirsi nell’interpartitico e dare una “risposta” su una decisione urbanistica prima che questa arrivi nell’aula consiliare. Discutere dell’ambiente ci ha visto proporre iniziative pubbliche , esempio raccolta di firme contro il termodistruttore, ma anche tentativi di indicare strumenti di conoscenza della realtà del territorio , termografia dei suoli, reperimento dei dati della mortalità e morbilità del territorio localizzate geograficamente attraverso i medici di base.
È più facile, sicuramente, dire no a tutto!
Una forza politica, una aggregazione sociale, ha il dovere di indicare le sue soluzioni, di confrontarle con quelle degli altri, valutare la capacità economica di metterla in atto, verificarne la collimazione con le leggi e le norme. Altrimenti è pura dialettica fantasiosa.
Alla buona volontà di chi si muove sull’onda della passione questo può sembrare bavaglio o rallentamento della soluzione dei problemi. È semplicemente democrazia e senso del reale.
Questi sono stati i limiti, se cosi vogliamo definirli, della PrimaVera a Giugliano.
Lo stare nella realtà, capirne le problematiche e cercare di fare passare, e diventare realtà, quanto più possibile di quello che si pensa sia il bene della collettività.
Giuseppe dice «alcuni membri della primavera rappresentano il passato e tu sei uno di questi che anni addietro hanno occupato posti importanti ma sei stato complice della rovina di Giugliano».
Questa frase mi costringe ad una breve digressione sul mio passato.
In democrazia l’operato di una persona si verifica al momento della elezione: se ti votano vuol dire che hai la fiducia delle persone altrimenti, diciamo, che sei il solo al pensare quello che ritieni sia la verità. Per tanti anni sono stato consigliere comunale. Mi sono posto al giudizio della gente e sono stato premiato per la mia quotidiana attività fatta di piccole cose tra la gente e con la gente della quale sono parte integrante. Sarei stato complice “della rovina di Giugliano” . Ho operato a sostegno, senza rivestire posti importati, delle due giunte presiedute da Giacomo Gerlini. Con tutta la dialettica possibile ho sostenuto quelle giunte che hanno operato in un momento di grande difficoltà riversata sul territorio dalla “crisi dei rifiuti” della città di Napoli. Abbiamo gestito una soluzione cristallizzata nelle ordinanze commissariali, dell’allora ministro degli interni Giorgio Napolitano, e dal Piano Regionale dei rifiuti firmato dal Presidente della Giunta Regionale Rastrelli. Da una parte si imponevano le discariche, dall’altro si indicava Giugliano come luogo di realizzazione del termo distruttore. Siamo a metà degli anni ’90 del secolo scorso. Eravamo consci della impossibilità a scontrarci con poteri commissariali per cui, con l’opera di un grande uomo che si chiamava Innocente Poziello, demmo vita ad una azione di contenimento del disastro che ci cadeva addosso. Disastro che seguiva quello già compiuto dalle ecomafie e che avevamo denunziato, noi socialisti, pubblicamente, nel 1990, con un volume che indicava posti e costi dello sversamento di materiali inquinanti. Facendo pure i nomi…cosa molto rara.
Innocente Poziello cercava di capire quale tecnologia poteva limitare i danni. Organizzò convegni, visite in vari posti d’Italia, per capire come funzionava un termo distruttore, e, nel contempo, avviava una campagna di sensibilizzazione alla differenziata che portò la nostra città a livelli di raccolta mai eguagliati. Attraverso il Consorzio NA2 realizzò un operazione trasparenza che vide il suo organo di divulgazione nel periodico “Il Riciclone” . Poi l’onda della protesta ad ogni costo mise termine all’esperienza. Seguì la prima giunta di centro destra, sindaco Castaldo, misteriosamente fallita per mano dei partiti che la componevano e …siamo qui.
L’azione di chi ho citato e la mia sarebbe stata la causa della rovina di Giugliano.
Personalmente con chi ritengo sia stato la rovina della mia casa non scambio parola!
Non ne condivido un progetto e non lo invito ad attivare quanto si stabilisce in comune.
A meno che le parole del rappresentante della “ fabbrica di Nicky” non costituiscano la prima azione della campagna di primavera in prospettiva delle elezioni comunali del 2013 dove, con la PrimaVera, stiamo cercando di arrivare con un candidato unitario del centro sinistra che nasca dalla volontà pubblica di tutti noi senza decisioni prese in “stanze lontane”.
Perché solo cosi potremo mettere fine al disastro della città provocato dalla giunta di Giovanni Pianese.
Disastro fatto di mancanza di lavoro, di pochezza amministrativa, di mancanza di ogni prospettiva per Giugliano.

Comunicato stampa
Antonio Ferraro

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