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La comunità maranese scrive al cardinale Sepe

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Pubblichiamo la lettera della comunità maranese della parrocchia Santo Spirito di via Piave, teatro dell’inchiesta delle ‘Iene’ alla fine di marzo riguardante l’ex parroco Francesco De Vivo che ha lasciato l’incarico dopo la messa in onda del servizio girato a Marano nella chiesa Santo Spirito. La lettera è stata inviata al cardinale Crescenzio Sepe qualche giorno dopo il 31 marzo dopo aver raccolto le firme della comunità. La comunità parrocchiale ha invitato il cardinale ad un’assemblea «per conoscere la verità che è un diritto del popolo di Dio, la parresia è dovere di pastore».

La nostra comunità ecclesiale è sconcertata ed attonita alle notizie di stampa circa il comportamento di un Pastore, che ha battezzato i nostri figli, ne ha raccolto i primi dubbi, le prime domande, ha accompagnato alla sepoltura i nostri cari… A lui abbiamo aperto il nostro cuore, confidato le nostre debolezze…. Oggi veniamo a conoscenza che un lupo, nelle vesti di pastore, ha violato giovani deboli, bisognosi di sicurezze, si è preso gioco del popolo a lui affidato.
Leggiamo dalla stampa:
“ Il sacerdote, già da tempo al centro di una serie di scandali sessuali, si è dimesso………”
“… per molti un epilogo annunciato, visto che la Curia, nel corso degli ultimi anni era già stata allertata più volte.”
Addirittura si afferma che le la cosa fosse nota al predecessore di Vostra Eminenza.
Siamo sconvolti, non vogliamo giudicare l’uomo che affidiamo alla Misericordia del Padre, ma vogliamo la verità, abbiamo bisogno di chiarezza all’interno della Chiesa, che sentiamo nostra, cioè del “Popolo di Dio”.

Perché – ci chiediamo increduli – non è stata data immediata esecuzione al decreto emanato nel mese di ottobre, consentendo a questo pseudo pastore di reiterare le sue nefandezze in Parrocchia? Forse si sperava che un decreto avesse le caratteristiche del bromuro per raffreddare i bollori del parroco?
Quanto tempo è trascorso dalla valutazione dei fatti all’emissione del decreto?
Non era forse il caso di avvertire l’Autorità Giudiziaria, prefigurandosi un reato tanto grave?

A noi non interessano la chiacchiere, Eminenza.
Chiediamo di avere il piacere di una Sua visita in un’assemblea parrocchiale, per conoscere la verità che è un diritto del popolo di Dio, la parresia è dovere di pastore. Nella conclusione degli Atti degli Apostoli si afferma: “Paolo […] accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnavano le cose riguardanti il Signore con tutta franchezza e senza impedimento“

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