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Marano, scoppia il caso masserie. Bando in stallo da anni

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Un concorso bandito ma mai
svoltosi finisce sotto la lente di ingrandimento di alcuni professionisti. Architetti che, dopo anni di sollecitazioni informali, ora si rivolgono al commissario prefettizio Gabriella Tramonti. Il
concorso in questione, bandito nel
2007 in collaborazione con
l’Ordine degli Architetti di
Napoli,la Federico II e la Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici, è
quello inerente la migliore
proposta progettuale per il
recupero, la valorizzazione
architettonica, paesistica e
ambientale delle masserie e
degli antichi castelli cittadini. Un concorso nazionale
di idee propedeutico al graduale recupero di quattro
autentici gioielli (masserie
di Fuoragnano di sopra,
masseria di Fuoragnano di
sotto,masseria di Capuzzelle e Castello Monteleone) di
epoca federiciana e angioina, finito purtroppo nel dimenticatoio, e nonostante
la nomina di un’apposita
commissione giudicatrice e
le ripetute rassicurazioni
delle ultime amministrazioni comunali.
«Abbiamo voluto fortemente recuperare questa iniziativa –aveva dichiarato nel dicembre del 2009 l’ ex assessore all’Urbanistica, Matteo Morra – non
solo e non tanto per portare a compimento un concorso importante e per
verificare la bontà delle proposte, ma
con l’auspicio di tradurre in
progettualità concrete la creatività dei
professionisti che hanno risposto al
bando del Comune». Parole a cui non
hanno fatto seguito fatti concreti e che
hanno spinto i partecipanti a manifestare il proprio disappunto.
«Premesso che il concorso fu pubblicato nel bollettino ufficiale della Regione Campania nel marzo del 2007 –
recita la missiva inoltrata al Comune –
Considerato che a oggi non si sono avute ancora notizie sull’esito di tale bando, chiediamo con la presente, a distanza di oltre quattro anni, di conoscere i motivi di tale silenzio». Gli elaborati in concorso sono sette e si contendono il primo premio per la migliore
idea-progetto complessiva, che ammonta a 4mila euro, e i premi per i rispettivi ambiti per un valore di 500 euro. Oltre a individuare le migliori e più
coerenti destinazioni d’uso, le idee progettuali dovrebbero consentire all’Ente di acquisire la fattibilità per attingere a finanziamenti regionali.
Gli edifici interessati rappresentano uno spaccato dell’architettura storica della città, caratterizzata dalla presenza di numerose masserie e castelli.
Strutture di pregio sorte tra il 1200 e il
1400, miracolosamente sfuggite alle
mire dei palazzinari (sulla masseria di
Capuzzelle è già previsto, tuttavia, un
invasivo intervento di rifacimento) e
che oggi, abbandonata la loro funzione originaria, si presentano
in uno stato di cattiva manutenzione. Sorte peggiore è invece toccata alla masseria
del Galeota, splendida struttura di epoca federiciana abbattuta nel 2004 all’indomani dell’insediamento della
commissione prefettizia.
Un abbattimento eseguito
nell’arco di una sola notte
da tre bulldozer e a cui fece
seguito una repentina ricostruzione. L’episodio – che
viene ricordato come uno
degli scempi più gravi commesso ai danni del patrimonio architettonico cittadino
– generò un vespaio di polemiche e attirò l’attenzione
della magistratura che, dopo alterne vicende, dispose
il sequestro di una parte della nuova struttura.


Il Mattino 15/08/2012

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