QUALIANO. E’ stato accolto come una star, in fondo una star lo è ancora. Ore 20.35, un boato di gente festante squarcia le nuvole che coprono il cielo di Qualiano: nella villa comunale di via Palumbo fa il suo ingresso trionfale Michele Santoro, europarlamentare e giornalista Rai, l’ospite più atteso della Festa dell’Unità. Quando prende la parola, i cinquecento che hanno sfidato la pioggia pur di vederlo sono in visibilio. Alle loro spalle un’enorme bandiera della pace lunga 100 metri. Santoro li saluta, gessato grigio scuro e cravatta rosso porpora. Poi comincia il suo show: «Questa festa l’abbiamo conquistata anni fa quando scendemmo dalle montagne per fronteggiare i fascisti. Nessuno può negarcela». Va giù duro il popolare conduttore, ce l’ha contro chi nei giorni scorsi ha strappato i manifesti, impedito il volantinaggio e diffuso la voce dell’annullamento della kermesse. Il pubblico lo applaude, lui riattacca: «I presupposti per il cambiamento ci sono tutti: c’è gente travolgente, ci sono ragazzi che si commuovono, c’è la bandiera, ci sono tanti giovani intelligenti e c’è l’energia che serve per far ripartire il motore della bella politica». Applausi ancora. E’ un fiume in piena Santoro, non si ferma più, non lo ferma neanche la pioggia. Tocca tanti temi, i più svariati, e ad ogni battuta piove un’ovazione. Dal sequestro delle due Simone all’asservimento della tv, dal personaggio Costantino definito «l’unico rifiuto riciclato che funziona» alla crisi dell’economia italiana: quaranta minuti di osservazioni acute e opinioni pungenti. Un successo. Sullo sfondo la grande kermesse va avanti, tutti gli ospiti raccolgono applausi e cori di incitamento. Qualiano ha voglia di cambiare.
ALESSIO FANUZZI
