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Villaricca. Ad un caffè con l’autore, il libro di Padre Alfonso Ricci parroco di San Pasquale

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Si è svolta ieri, ad Un Caffè con l’autore, l’appuntamento settimanale con la letteratura a Villaricca, la presentazione del sesto libro di Padre Alfonso Ricci, missionario ardorino – anni nostri septuaginta… le confessioni di un prete settuagenario, e se fosse ora il tempo di migrare? Un libro dedicato a coloro che attraverso il Signore, il sacerdote ha conosciuto, a coloro che si sono affiancati a questo per percorrere un tratto di una avventura di grazia: la vita. La struttura essenziale del libro è quella di un diario di bordo. Si tratta di un testamento spirituale ed emerge la condizione di un uomo e il suo dispiegarsi nella storia,nell’esserci. Ed è proprio il titolo a farci comprendere ciò : E se fosse ora…il tempo di migrare? Ecco che emerge la lunga traversata della vita del piccolo Alfonso che lascia Circello e va a Montalto; dell’adulto Alfonso che avendo sete di conoscenza parte per Napoli e dell’adulto Alfonso che è sacerdote e si dedica all’evangelizzazione parrocchiale in Calabria e ancora l’Alfonso,missionario ardorino che sposa la causa dell’entroterra napoletano,che dedica tutto se stesso senza mai risparmiarsi.

Potremmo annoverare il libro all’interno di una poesia didascalica, il contenuto è vario amalgamato dal vissuto della sua esistenza umile, intima ma impregnata nel sociale, spirituale ma nutrita di opere e di attività.
La narrazione è veloce senza ostacoli lessicali,sintattici e caratterizzata da uno stretto legame fra la lingua italiana e quella napoletana proprio a rappresentazione viva e pulsante della sua avventura di grazia.
Un libro che nasce in un momento di “silenzio” insolito dato dall’ozio delle ferie di agosto,dove le fatiche di un anno stressante sia per impegni pastorali che scolastici,sono temporaneamente finiti.
Un diario in cui il piacere di raccontare o meglio ancora di raccontarsi e strettamente collegato con la consapevolezza delle miserie,le fragilità umane e delle piccolezze del tenero fraticello.

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Un testo che si articola in sei capitoli e la trattazione inizia con una serie di confessioni e ciò ci riporta nella condizione di un prete non troppo idealizzato ma vicino ai peccati di altri noi uomini, caratterizzato dalle nostre esigenze,paure,abitudini.
Inoltre si prende in considerazione, l’avvicinarsi al mondo cristiano come chirichetto,gli insegnamenti della Nonna Maria e la fede dei suoi genitori affrontando i punti essenziali del suo percorso cristiano delineato da una natura che svela l’esistenza e la bellezza di Dio,nel credere in un Dio dal volto umano in quanto non si può amare solo con l’anima; Dio carne ed ossa e il suo corpo è testimoniato dalla vecchietta che vuole per forza accarezzarlo dopo la celebrazione della messa; nella telefonata di una persona depressa che cerca la sua compagnia e nel giovane che intende parlare a lungo…
Ecco il Dio in carne ed ossa : Dio che interpella padre Alfonso,che è vicino a questo e che condivide con esso i suoi problemi.
“Dopo una breve preghiera devo scapparmene per vederlo altrove,incontralo in un modo ed in altri luoghi…(pag.49)”.
E ancora nel credere la Chiesa che crede davvero ossia senza tentennamenti anche difronte a scelte difficili e insopportabili che si affida al Signore fidandosi di lui perchè non li ha mai abbandonati.

Il racconto autobiografico è intessuto di ricordi ossia le tante persone incontrate attraverso il ministero sacerdotale (La piccola Anna Russo; Il dottor Luigi Moraca; I pellegrinaggi a piedi al Santuario di Paola) ; impregnato di addii ( Al mondo dell’infanzia; al mondo degli studi;alle città di Villaricca e Qualiano;ai dolci affetti; All’amore amicale ossia Peppino Fele).
E ancora quando sarà chiamato alle porte del Paradiso gli incontri con la propria famiglia di sangue, la famiglia acquisita , il fondatore don Mauro) e la contemplazione del volto di Maria.

Un libro carico di pathos,con valenza catartica capace di sollevare l’animo umano attraverso un’ampia immedesimazione che tocca le corde profonde dell’anima.

Dunque io non sarei, Dio mio, non sarei affatto, se tu non fossi in me; o meglio, non sarei, se non fossi in te, poiché tutto da te, tutto per te, tutto in te. Sì,è così, Signore, è così. Dove dunque t’invoco, se sono in te? Da dove verresti in me? Dove mi ritrarrei, fuori dal cielo e dalla terra, perché di là venga in me il mio Dio, che disse: “Cielo e terra io colmo”?
(Sant’Agostino,Le confessioni).

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