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venerdì, Aprile 19, 2024
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«NOI, FILOSOFI DELL’INFORMATICA»
Hacker e scrittori, un manifesto culturale

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. Il pezzo pubblicato di seguito non è mio, ma mi piace molto l’idea che ci siano ancora dei pensatori liberi, delle persone che hanno delle idee e non hanno paura di mostrarle. Le idee espresse sono condivisibili o meno. L’importante non è essere d’accordo o meno con le idee ma che esse creino motivo di confronto e che ci inducano a pensare.






«Se non avete familiarità con il concetto di Cyberpunk o sul suo movimento, ecco una breve spiegazione, anche se questa essenzialmente è solo una delle molteplici esplicazioni che si può dare della definizione. Molte persone, anche quelle che si sentono “punk”, vi diranno che il Cyberpunk è un hacker. La verità è che Cyberpunks sono molto più di semplici hacker, sono scrittori, come Gibson o Sterling. I Cyberpunks sono artisti o pensatori. Il vero Cyberpunk non è la tecnologia, è la conoscenza, è un pensatore libero, è uno che sa che qualcosa non funziona come dovrebbe e che bisogna provvedere. Tutti i Cyberpunks sono d’accordo sul fatto che potere è conoscenza e che questa debba essere libera. Libera per chi suole ascoltare, I Cyberpunks non sono qui per salvare chi è compiacente o ignorante, sono qui per illuminare ed educare chi vuole essere libero. I veri Cyberpunks hanno dei messaggi da diffondere: siamo poeti di strada, filosofi elettronici. Non siamo bambini che si divertono, siamo persone che hanno qualcosa da dire e hanno i mezzi per farlo. Se c’è una cosa che collega tutti i Cyberpunks tra loro, è la tecnologia: che sia un nuovo Word Processor, che sia un hard disk dieci volte più capiente di quello del vicino, che sia una nuova interfaccia MIDI, abbiamo una tendenza ad adorare tutto ciò che appartiene alle nuove tecnologie. È il nostro pane quotidiano. Sono gli anni 90, la tecnologia è qui. La tecnologia è lo strumento che porta la verità alle orecchie di chi la vuole ascoltare. Molta gente sostiene che siamo criminali, perché piratiamo messaggi, ci infiltriamo in sistemi privati o alteriamo le linee telefoniche: noi facciamo tutto questo perché sentiamo che è giusto così e non c’è nessuna legge che può impedircelo. Il mondo sta precipitando, velocemente e noi ci stiamo preparando al fatto che qualcosa di disastroso possa accadere. Non siamo fanatici che profetizziamo la fine del mondo, ma guardatevi intorno: l’economia sta crollando, i nostri ecosistemi stanno morendo e le nostre civiltà stanno tremando. Vediamo tutto questo e ci stiamo preparando. Non stiamo forzando nessuno a seguire il nostro stile di vita. Non vi chiediamo di rasarvi a zero, non vi chiediamo di diventare vegetariani, non vi chiediamo di seguire un leader. Non ci interessa la musica che ascoltate. Vi chiediamo di avere la volontà di ascoltare e di essere coraggiosi abbastanza da agire quando sarà il momento. Non siamo violenti di natura, ma crediamo che la gente abbia il diritto di sapere che cosa sta succedendo. Quando veniamo privati dei nostri diritti, affondiamo sotto terra. Un posto nel quale ci nascondiamo e da dove siamo in grado di saltare fuori e dire quello che abbiamo da dire. Non siamo radicali, non siamo punk o criminali. Siamo la voce. Non fateci stare zitti».


Phantom Writer

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