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«FOIBE: MA BASSOLINO CHE C’ENTRA?»
Qualiano, un simpatizzante Udc critica la manifestazione di domenica

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QUALIANO. «Nel corso della storia dell’umanità le foibe sono state uno dei tanti atti di odio interrazziale di cui gli uomini si sono macchiati. La manifestazione di ieri, domenica 13 febbraio 2005, è stato uno spunto per riflettere sia dell’efferatezza umana sia della miopia politica della mia generazione.
Scorrendo le pagine della storia il primo episodio di genocidio è citato nella Bibbia con l’uccisione di Abele da parte del suo germano Caino e sempre nella Bibbia esempi ce ne sono molteplici. La strage degli Innocenti da parte di Erode solo per citarne un altro famoso. Nell’antichità possiamo ricordare il mito del Minotauro che altri non è che il sacrificio dovuto dagli ateniesi ai minoici che consisteva nell’olocausto dei primogeniti. Esempi di annientamento del nemico si verificano anche nelle civiltà precolombiane dove la cultura Moche distrutta da quella Wari, i cui templi sono ricchi dei corpi dei prigionieri prima torturati e poi decapitati. Sorvolando la repressione culturale, politica e religiosa di cui e stata vittima la Spagna durante la dominazione islamica nel XIV secolo d.c. ed il medesimo trattamento della Santa Inquisizione nei confronti degli infedeli e degli eretici.
Il XX secolo, però, probabilmente è stato il secolo più ricco o meglio documentato nella storia dell’umanità in merito agli episodi di “nichilimento” della persona. Gli esempi sono molteplici e distribuiti pressoché equamente sulla superficie del pianeta. Dalla Shoah da parte dei nazisti, alle foibe nei Balcani, sopraccitate, alle stragi comuniste nell’ex URSS e in Cina fino ad arrivare agli eccidi in Ruanda, in Somalia, in Ghana, in Nigeria e Liberia passando per la persecuzione curda in Irak e Turchia ed il genocidio cambogiano.
Tutti gli episodi sopraccitati e tanti altri omessi per questione di spazio meritano di essere ricordati e condannati perché la scelleratezza degli uomini del passato e del presente deve essere un monito per quelli del futuro. La storia è magistra vita, le dimenticanze fanno parte di essa. Ma nel momento in cui alcune pagine vanno aggiunte devono essere scevre da strumentalizzazioni politiche che non fanno altro che inficiare la memoria delle vittime. La peggior condanna che spetta alle vittime è proprio quella di non poter dire la loro nelle questioni che gli riguarda, il non avere voce lascia spazio ad interpretazioni che di storico hanno poco. Le vittime non hanno colore politico ma hanno la funzione di essere eterni testimoni della crudeltà umana.
La critica alle foibe è la stessa che si può fare alla persecuzione nazista poiché appartiene allo stesso periodo storico. Il nazionalismo che incurante delle minoranze le distruggeva cercando di cancellarne persino il ricordo. Tito voleva fare degli italiani quello che Hitler stava facendo agli ebrei. Le motivazioni sono pressoché le medesime: gli ebrei erano, in Germania, il potere economico, possedevano i soldi, li prestavano. Lo stesso padre di Hitler si dice si sia suicidato poiché indebitato con uno strozzino ebreo. In Dalmazia ed Istria gli italiani possedevano la terra ucciderli significava eliminare le eventuali rivalse su terre che Tito voleva appartenessero alla Jugoslavia. Le stragi africane degli ultimi anni sono si guerre etniche ma per il controllo delle materie prime, le miniere, i giacimenti petroliferi e la migliore terra da coltivare.
Le guerre non sono mai mosse per motivi politici o etnici sono sempre e dico SEMPRE per il controllo di risorse economiche strategiche. Le motivazioni etniche vengono poste solo perché l’uomo non ama dire che è avido di denaro. La seconda guerra mondiale è scoppiata perché le condizioni poste alla fine della prima guerra mondiale avevano reso la Germania un paese debole economicamente, questo unito alla perdita della regione della Ruhr nel 1923 ricca di giacimenti carboniferi aveva alimentato le voglie di rivincita tedesche. L’invasione della Polonia fu solo un modo per coinvolgere la Francia, alleata della stessa Polonia, nella guerra.
Il problema che si pone in questi giorni, però, è la strumentalizzazione politica continua che si fa di questi episodi.
Nel convegno sulle foibe sopraccitato la gran parte degli oratori è partita da queste per attaccare Bassolino e il suo operato alla regione. Cosa c’entra? La politica è programmare il futuro non rivangare il passato. L’atteggiamento assunto nel convegno in questione non rende onore agli italiani uccisi alle Fosse Ardeatine, agli italiani deportati nei campi di concentramento, a quelli uccisi in Russia, e a tutti gli altri italiani morti per la Patria dai moti rivoluzionari agli uomini delle forze dell’ordine morti per combattere la criminalità ed il terrorismo.
Mi dispiace per Michele Cimmino che, ridicolamente, parafrasa lo spot di An dimenticando che il Sentimento di Unità Nazionale e di Patria è sempre al centro della nostra storia, noi Italiani abbiamo lottato per la Nostra Indipendenza ed il Duce per le sue smanie di potere ha rischiato di rendere vano il sacrificio di tanti connazionali. Mi spiace che in una società come la nostra pur di dire qualcosa si perda la visuale a 360° sulla storia passata e presente. Si dimentica che l’unico partito che sta minando il concetto di Patria militi nella CDL. Che il Duce è stato artefice delle leggi razziali in Italia e quindi parimenti colpevole quanto Tito ed Hitler per dire, adattando la storia, che i comunisti hanno ucciso gli Italiani istriani e dalmati e quindi oggi non sono in grado di amministrare la Campania. Questa è una strumentalizzazione che mi da fastidio anche se milito nell’UDC e faccio, quindi, parte della CDL.
Per me il convegno è stato un incipit, un pugno nello stomaco che mi ha indotto a pensare ora per continuare ed ampliare il dibattito. Aspetto repliche e commenti nella speranza che possano arricchire me e gli altri».




MICHELE VALLEFUOCO
Udc Qualiano

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