GIUGLIANO. «Caro Marcello Curzio,
non sono per niente d’accordo con te! Le ragioni del mio dissentire non sono dettate da ideali. La mia non sarà una difesa della marcia per partito preso. Innanzi tutto sfatiamo il primo mito che in questi giorni si è costruito ad arte: la manifestazione non è stata dettata solo dalle contingenze legate al fallimento del piano per lo smaltimento dei rifiuti in Campania. Le motivazioni sono tante, tutte di carattere ambientale e, come anche tu hai sottolineato, partono dall’abusivismo edilizio per arrivare alle meschine operazioni eco-mafiose. Passiamo al secondo punto: le illusioni. Vedi caro Marcello noi siamo figli di due epoche diverse tra loro. Tu hai vissuto l’ebbrezza dei mitici anni ottanta e le speranze degli anni novanta. Noi no. I giovani ventenni d’oggi, come me, non hanno accarezzato il sogno americano dell'”EVERYTHING IS GOING TO BE ALL RIGHTS”. Noi siamo figli, invece, della strage delle illusioni: noi siamo la generazione senza ideali, ma con tante idealità. Per questo le nostre lotte sono meno dense di quelle del passato, ma più efficaci. Punto terzo: non è vero caro lettore che non ci sono contenuti. E’ stata la prima marcia fatta insieme da tre Comuni e più di Settanta associazioni. Alla fine del corteo è stato letto un documento programmatico che è la sintesi di tante esperienze differenti, mercoledì infine gia c’è la prossima riunione. Punto quarto: perché le manifestazioni di Acerra, di Montesarchio, di Scansano Ionico hanno una valenza mentre le nostre si fermano a Giugliano? Perché cari amici c’è ancora chi per stupido protagonismo tende a sminuire un gran movimento di massa. C’è chi preferisce il denigrare all’agire, vista la semplicità del primo rispetto al secondo. Non è il tuo caso naturalmente. Punto quinto: a differenza di dieci anni fa questa comunità così eterogenea e mista sta trovando difficilmente una sua identità, negli anni novanta eravamo in piena transizione da cittadina di campagna (i trattori che tu hai ricordato) a periferia napoletana. Oggi siamo coscienti oramai di essere lo sfogo edilizio del bubbone napoletano ma al contempo abbiamo imparato a percepire questa situazione come un’opportunità da sfruttare. La diffidenza che accompagnava questo scontro-incontro tra cittadini vecchi e nuovi del “fu” agro-giuglianese si sta placando. Dobbiamo tutti capire che siamo e saremo ancora a lungo la nuova frontiera di Napoli. Sta a noi scegliere se essere Scampia o Pozzuoli. Punto sesto ed ultimo. Il futuro sceglierà se dare ragione alla tua esperienza o alla mia speranza. In ogni caso a Giugliano mai nessun Sindaco aveva accusato in una piazza la criminalità organizzata di aver distrutto la nostra terra».
Con affetto,
GIOVANNI F. RUSSO
TeleClub Italia
Abbiabbè
«MAI UN SINDACO AVEVA DENUNCIATO IN PIAZZA LA CAMORRA»
Giovanni Russo replica a Curzio: «Così difendo la marcia»
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