Scavi, repertazione e datazione
dei materiali: questo il lavoro
svolto da due gruppi di archeologi
presso gli scavi di Liternum.
L’equipe, guidata dal prof De Vincenzo,
ha avviato qualche settimana
fa l’operazione nella parte
centrale del foro di epoca romana.
Gli scavi hanno evidenziato
tre diverse stratificazioni
della pavimentazione.
“La fase preliminare della ricerca
è stata eseguita attraverso un’indagine
estensiva degli scavi con
l’ausilio di geo radar – spiega il
prof. De Vincenzo – dalla quale è
emerso che la superficie degli
scavi è molto più ampia di quella
conosciuta. Purtroppo si registra
la presenza di insediamenti abitativi
che condizionano notevolmente
anche le future ricerche”,
denuncia l’archeologo. È emblematica
la presenza di un parco
privato nel cuore degli scavi, che
fu costruito negli anni Sessanta
come villaggio olimpico per i giochi
del Mediterraneo e destinato
ad ospitare la nazionale Jugoslava.
Il direttore degli scavi, sulla
base dimensionale del solo foro,
molto simile a quello di Pompei,
non esclude che ci si possa trovare
di fronte ad un’area archeologica
di straordinaria
importanza. “La finalità dello studio
è quella di ricostruire l’importanza
storica della città di
Liternum, che purtroppo non è
ad oggi supportata da ritrovamenti
bibliografici sul sito, probabilmente,
conseguenza anche
della natura militare di questo insediamento”.
A differenza di
Pompei ed Ercolano, dove gli
scavi sono stati eseguiti senza
poter rilevare la stratificazione,
oggi per Liternum è possibile raccogliere
molti più elementi per la
ricostruzione della
storia del sito. Il
Prof. De Vincenzo
auspica che così
come avvenuto per
gli scavi di Cuglieri
in Sardegna, dove il
Comune ha puntato
tutto sulla rivalutazione
archeologica e
turistica, questo possa accadere
anche per Giugliano. “Può essere
un’ occasione di rilancio turistico
della intera fascia costiera”, afferma.
L’architetto Giovanna
Fucci, collaboratrice volontaria
del Prof. De Vincenzo, sulla scorta
del suo esempio,invita a creare
maggiori collaborazioni volontarie
anche da parte di operai edili
specializzati che, formati e guidati
dagli esperti, potrebbero dare
un notevole slancio alle attività in
corso. Con l’approssimarsi della
chiusura degli scavi, prevista per
i primi giorni di ottobre, gli
esperti invitano le istituzioni preposte
a vigilare e salvaguardare
l’integrità di questi luoghi, per
non compromettere le future ricerche
che riprenderanno la prossima
primavera.
Articolo pubblicato sul settimanale AbbiAbbè

