Cinquant’anni di carriera alle spalle e tanta voglia di continuare ad insegnare ai ragazzi l’arte del teatro. Oscar Paolozzi, in arte Di Maio, noto al grande pubblico per aver inventato ed interpretato il personaggio de il ‘Cafone’, ha rilasciato un’intervista al settimanale AbbiAbbè per parlare della sua carriera e soprattutto dei progetti presenti e futuri. Oscar di Maio è discendente dei Di Maio, famiglia di attori del teatro napoletano. Il bis-nonno Crescenzo fu attore e drammaturgo, iniziando a recitare nel 1875; il pro-zio Gaspare fu commediografo ed il nonno Oscar su commediografo e capocomico della compagnia Cafiero-Fumo). Di Maio ha esordito in teatro all’età di otto anni, al Teatro Duemila di Napoli, con la commedia Torna al paesello utilizzando come pseudonimo il cognome della madre Maria, attrice. E’ figlio di Mariano Paolozzi, uno dei dirigenti scolastici più amati di Giugliano. Oscar, originario di Foria, è rimasto legato alla terza città della Campania, dove risiede attualmente.
Quali saranno i tuoi prossimi spettacoli?
Sono impegnato nella preparazione di tre spettacoli che saranno messi in scena al teatro Eduardo De Filippo ad Arzano con la regia di Giulio Adinolfi. Il primo il 30 ottobre “E’ asciuto pazzo ‘o parrucchiano”, il 26 dicembre “Arezzo 29 in tre minuti”, il 4 marzo “Varietà…in pillole”
Com’è nato il famoso personaggio del ‘Cafone’ e cosa volevi simboleggiare mettendolo in scena?
Il ‘Cafone’ è nato nel 2000 ed è un personaggio che presenta i tratti più tipici dello stereotipo del provinciale napoletano e casertano. Anzi più che un personaggio, è una maschera teatrale attraverso la quale ho voluto combattere i falsi miti del perbenismo a tutti i costi. Il Cafone è l’elogio della normalità e della semplicità.
Hai insegnato teatro per tanti anni nelle scuole di Giugliano. Qual è il tuo rapporto con la città dove ora risiedi attualmente?
Sono molto affezionato alla città di Giugliano. Mio padre è molto amato dai cittadini giuglianesi ed anche io conosco tantissime persone. Ho insegnato teatro nelle scuole di Giugliano per 30 anni. Ancora oggi in molti mi fermano per strada per ringraziarmi.
Quanto è difficile fare teatro in provincia? A Giugliano, terza città della Campania, non c’è una struttura comunale dedicata esclusivamente al teatro. Eppure è la città che ha dato i natali a Giovan Battista Basile, inventore della fiaba moderna…
Non è tanto un problema di provincia o città ma di gestione delle strutture. Spesso a dirigere i teatri ci sono persone che non capiscono niente del mestiere. C’è troppa improvvisazione che danneggia il nostro settore. Riguardo Giugliano, è un vero peccato che non ci sia un teatro. Ci sono tantissimi artisti bravi ma non hanno un luogo dove esibirsi. La colpa è di quella politica miope che non è in grado di capire che investire in cultura significa coltivare il senso della legalità. Giugliano deve essere conosciuta in tutta il mondo come patria del Basile e non come terra di malaffare. Io ho proposto all’Amministrazione di poter interpretare una fiaba del Basile al mese nei vari istituti di Giugliano e di riprendere il progetto della scuola di teatro nelle scuole, ma nessuno fino ad ora mi ha aperto la porta.