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giovedì, Aprile 25, 2024
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MELITO, UNA FONDAZIONE PER RICORDARE ANNA
In collaborazione con il Santobono. Curerà i bimbi terminali

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MELITO. A Francesca, che ha cinque anni e gli occhi tristi, hanno spiegato che la sorellina è diventata una stella. E quando guarda il cielo e vuole sapere quale sia, il papà e la mamma gliela indicano con un dito: «Eccola lì, è quella più luminosa». Succede quasi ogni sera, nella casa di Melito dove Anna ha vissuto fino all’età di dieci anni. Una bambina gioiosa, «che ha sopportato prove enormi per la sua età», ricorda il padre tra le lacrime, e che è morta consumata da un cancro pediatrico. Per lei si mobilitarono l’assessore regionale alla Sanità, Rosalba Tufano, e il direttore del Santobono-Pausillipon, Claudio Clini. E ora che la piccola non c’è più, nascerà una fondazione col suo nome: aiuterà i bimbi affetti da malattie terminali. Ma non è tutto. In questi giorni si sta lavorando a un progetto ambizioso: la realizzazione di un dipartimento ospedaliero specializzato per l’assistenza ai bambini incurabili, quelli che si aggravano col passare dei giorni e per i quali non ci sono più speranze. «Non voglio che la morte di Anna debba risultare vana – spiega Emanuele Farina, 40 anni, impiegato in banca -. Per mia figlia è stato adottato un canale preferenziale, e questo grazie all’interessamento dei mass media. Ma non voglio che sia un caso isolato. I bambini terminali meritano rispetto e dignità come tutti». Per la piccola di Melito fu predisposto un piano di assistenza multispecialistica al Santobono di Napoli dopo un disperato appello dalle colonne dei giornali. «Aiutate mia figlia, soffre troppo. Non sappiamo come alleviarle i dolori. Tenerla in casa è diventato uno strazio», aveva detto papà Emanuele lo scorso 7 settembre. Meno di 24 ore dopo, lo staff della Tufano predispose un piano ad hoc di assistenza nel più importante ospedale pediatrico della Campania. La piccola fu assistita da un team altamente specializzato, composto da anestesisti, rianimatori, oncologici e psicologici. «Abbiamo sperato in un miracolo fino alla fine», ricorda mamma Margherita. Tutto questo fino all’8 gennaio scorso, quando il neuroblastoma surrenale ha definitivamente consumato la piccola. «Voglio ricordare Anna nel modo migliore – dice il papà – Mi batterò con tutte le mie forze per la realizzazione di un dipartimento pediatrico rivolto ai bambini incurabili». Nei prossimi giorni sarà intitolata alla piccola una fondazione: è il progetto al quale stanno lavorando i genitori e i medici del Santobono che hanno assistito Anna fino alla fine (Fabio Borrometti, Maria France Pinta, Giuseppe Menna, Flavia Camera). L’idea è di organizzare iniziative di beneficenze e di destinare i fondi alle famiglie che hanno bimbi terminali, creando una rete di assistenza psicologica e materiale.

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