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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Il boss Mario Lo Russo rivela:«Così dividemmo le tangenti per la costruzione della Metropolitana»

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Per la realizzazione della linea Collinare della
Metropolitana
di Napoli sono state pagate le
tangente ad tutti i clan della camorra a secondo
della tratta e del quartiere nel quale si svolgevano
i lavori. Lo ha svelato il boss Mario Lo Russo, uno
dei fondatori del clan dei “capitoni” di Miano che
da circa due mesi ha deciso di collaborare con la
giustizia. Marittiello ha puntato l’indice contro il
boss del Vomero, Luigi Cimmino, per il quale la
Dda ha chiesto il trasferimento al carcere duro
perché sarebbe in grado di dare ordini e
influenzare i suoi fedelissimi anche dal carcere.
Mario Lo russo ha parlato con il pm della Dda di
Napoli, Enrica Parascandolo.

Il verbale ricco di
omissis è stato depositato agli atti della richiesta
di rinvio a giudizio nei confronti del boss del
Vomero e dei suoi fedelissimi per le estorsioni su
cantieri della tangenziale di Napoli e sulla
ristrutturazione del Cardarelli. Ecco alcuni
passi del suo racconto:

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Un paio di mesi prima del
mio arresto, siamo nel 2014, ho partecipato a
diverse riunioni sulle estorsioni ai lavori della
metropolitana collinare. Siamo andati in diverse
occasioni a parlare con Luigi Cimmino per
stabilire i termini della suddivisione in quote tra
noi Lo Russo e loro dei Cimmino, in relazione ai
proventi delle estorsioni alle ditte che avevano
l’appalto per i lavori della metropolitana…ho
partecipato a quattro o cinque riunioni che si
sono tenute in piazza Arenella in un vicolo,
all’ultimo piano di un palazzo antico e senza
ascensore, credo fosse casa di Luigi Cimmino…per
noi Lo Russo, oltre a me, c’erano Gennaro
Palumbo e Claudio Borriello, persona
specializzata in pratiche assicurative e nel
trasferimento di informazioni, mentre Luigi
Cimmino era sempre accompagnato da almeno
tre persone…Cimmino si occupava di tutto e ci
riservava
il 4 per cento dell’appalto a scatola
chiusa.

” Credo che una tranche sia arrivata a noi
Lo Russo, anche se poi io sono stato arrestato. Ho
proposto anche a mio genero Ettore Bosti di fare
questo accordo con Luigi Cimmino, ma lui non ha
voluto. In che senso? Mio genero ha preferito
occuparsi direttamente dei lavori che rientravano
nella sua zona, tra Doganella e Capodichino…
Paolo Abbatiello, per conto della famiglia Licciardi,
acconsentì a che Cimmino gestisse lui in prima
persona con l’impegno di versale a loro una
quota. Sicuramente deve averne parlato con
Maria Licciardi (che resta formalmente estranea a
questa vicenda, assieme ad Abbatiello, ed
ottenuto il suo placet mi ha dato l’ok, dal
momento che Abbatiello non aveva l’ultima
parola…Tra il 2000 e il 2001, ho conosciuto
Cimmino, si fingeva pazzo, si denudava, simulava
di sentire voci e cose del genere: mi confidò che in
questo modo otteneva certificati falsi per malattie
inesistenti, tanto da prendere pensione e
accompagnamento…”.

Il verbale con i tanti
omissis è al vaglio della Dda di Napoli che ha
inserito le dichiarazioni di “marittiello” Lo Russo
sull’indagine già in corso sulle presunte tangenti
pagate dai costruttori al clan napoletani per realizzare la nuova linea della Metro di Napoli.

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