GIUGLIANO. «Gentilissimo direttore,
ho letto sul vostro sito, per il quale rivolgo i miei complimenti per il lavoro che svolgete, che il comune di Giugliano ha realizzato un’iniziativa contro il carovita: Mangia sano, mangia più frutta. Benché da imprenditore agricolo sono favorevole ad iniziative del genere, mio malgrado mi sento in dovere di fare alcune considerazioni. Da anni ormai si è avviato un ciclo “negativo” per l’agricoltura giuglianese, che non tende ad invertirsi, quanto meno a rallentare, nonostante gli investimenti, che anno dopo anno, diventano sempre maggiori. Qualche annata per un raccolto misero, in altre annate per un raccolto abbondante e quindi inflazionato, ci ritroviamo a fare i conti, alla fine, con pareggi oppure perdite, a volte anche consistenti. I prezzi alla produzione vengono imposti sempre più al ribasso e le regole giocano sempre a nostro sfavore. Circa dieci anni fa speravamo che con l’apertura del nuovo mercato ortofrutticolo di Giugliano le cose sarebbero cambiate, che la tendenza “negativa”, che va avanti da più di una generazione si sarebbe arrestata; oggi ci resta la delusione che nonostante la nuova struttura, sia considerata all’avanguardia e innovativa, il sistema organizzativo rimane “arcaico” e dissoluto: viziato da influenze inquinate di chi con l’arroganza impone regole antidemocratiche e tutt’altro che concorrenziali, quindi, fuori dalla logica di un mercato “libero”. La frutta che in questo periodo è la nostra unica fonte di “sopravvivenza” viene venduta “sottocosto” gia alla fonte, per cui non si illuda il comune di aver avviato iniziative per favorirne la vendita, perché peggio di così le cose non potrebbero andare. Una volta la produzione agricola del giuglianese era il fiore all’occhiello dell’intera economia del territorio, abbiamo fortemente voluto la mela annurca tra le più importanti d’Italia, ma alla fine gli speculatori hanno sempre avuto la meglio. Pesche, albicocche e susine restano sugli alberi perchè non è conveniente spendere altra mano d’opera: le perdite sono gia considerevoli e nella peggiore delle ipotesi, i frutti vanno al macero dopo aver sostato invano sui banchi dei concessionari che ci addebitano altre spese. Il problema è complesso per natura, ma la natura è sempre la stessa: quella che attanaglia la cultura di questo territorio da anni. A mio parere non vi è la volontà di cambiare da parte di chi ci amministra, lo si vede dal modo in cui viene gestito il mercato ortofrutticolo. Abbiamo provato a portare i nostri prodotti sui altri mercati: Roma ad esempio, che è più conveniente per i produttori, ma sui costi incide notevolmente il trasporto e la provvigione dei concessionari. Giugliano è un mercato disorganizzato e spesso “insicuro” dove è perfino assente il controllo delle forze dell’ordine a favore di un altro tipo di controllo: quello prevaricatore e sfrontato per il quale ci sentiamo umiliati e maltrattati. Qui l’amministrazione dovrebbe fare la sua parte, con iniziative serie rivolte al ripristino della libertà, dare libero accesso a chiunque sia intenzionato a “comprare” al mercato ortofrutticolo di Giugliano, senza che debba sentirsi intimorito, ma accolto con serietà nell’interesse dell’economia locale in un vero spirito di concorrenza, dove produttori, venditori e compratori hanno il diritto di sentirsi tutelati, come avviene in una vera società civile, che oggi stento a vedere in una realtà che lascia spazio solo a desolazione e antichi rimpianti».
(lettera firmata e abbreviata dalla redazione)
T. D.
Imprenditore Agricolo
Giugliano in Campania
