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«LITORALE DOMIZIO, UNA CATENA UMANA CONTRO L’INQUINAMENTO»
L’associazione «Costa dei Sogni»: una petizione per riprenderci il mare

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GIUGLIANO. Per il giorno 28 luglio completeremo la consegna dei moduli per la
sottoscrizione della petizione rivolta all’assessore regionale all’ambiente della Regione Campania perchè si acceleri la posa in opera delle condotte sottomarine alle foci artificiali del litorale. Nel frattempo, pur non essendo ancora ufficialmente iniziata la raccolta delle firme hanno già consegnato la petizione oltre 5.000 cittadini. Il giorno 30 luglio faremo un momento di presentazione ufficiale dell’iniziativa per la raccolta delle firme agli organi di stampa che saranno invitati sul peschereccio intitolato al comandante Jeacques Cousteau per un sopralluogo sul mare del litorale. Il peschereccio “Comandante Cousteau” del Capitano Salvatore Costagliola, presidente della cooperativa pescatori San Martino, aderente a Costa dei Sogni, partirà dal porto di Monte di Procida, farà una sosta alla foce di Licola dove un gommone porterà a bordo i giornalisti, i sindaci e gli altri amministratori intervenuti e poi proseguirà lungo il litorale domitio fino a Baia Domitia. Le imbarcazioni private di associati e di aderenti all’iniziativa potranno seguire la motonave e ospitare le autorità che volesero
partecipare alla ricognizione. Dalle ore 12,30 alle 12,45 sul litorale formeremo una catena umana tutti uniti per il mare, per dire che rivogliamo al più presto il blu del nostro mare. Basta agli indugi e agli sperperi, via ai lavori del PSO3 e alla posa delle condotte.



Chiuso il Canale di Quarto. La foto in questa pagina è stata scattata il mattino del 16 giugno del 2005 a Licola Mare.
Il colore e la trasparenza dell’acqua stanno a significare che, nonostante tutto, il mare continua a vivere e respirare quando non è soffocato dagli agenti inquinanti.
Grazie alla nostra opera e a quella dei tanti che aderiscono alla nostra battaglia il Canale di Quarto non scarica più nulla a mare.
Qui da circa 13 anni, da quando è stato realizzato il collettore fognario di Quarto, sfociavano le fogne dell’intera città di Quarto. Oggi, grazie alle nostre denunce, ai nostri cortei di protesta, ai nostri convegni, all’attenzione dedicataci dall’assessore regionale all’ambiente, finalmente le acque di fogna di Quarto sono state intercettate e deviate al depuratore di Cuma. Soldi spesi: solo 60.000 euro! Una piccola spesa per un mare più blu.


Le altre fonti inquinanti. Quali sono gli altri agenti inquinanti e quali i rimedi per eliminarli? Come possiamo noi riuscire ad avere un mare terso e le bandierine blu sul litorale domitio?
Le maggiori fonti d’inquinamento sono tre: la foce di Licola, la foce del depuratore di Cuma e la foce dei Regi Lagni.
Da circa un mese, grazie alla nostra lotta, la foce di Licola ha smesso di essere una grave fonte di inquinamento. Oggi qui giungono soltanto le acque del Fosso Abbruzzese e dell’Alveo Camaldoli che, per quanto inquinate, hanno una portata minima. Vanno eliminate dalla battigia ma va detto che il più grave problema, che era quello delle fogne di Quarto che scaricavano a mare, è stato risolto.


Il depuratore di Cuma. Resta invece fonte di grave inquinamento la foce del depuratore di Cuma. Innanzitutto chiariamo che, contrariamente a quanto molti pensano, il depuratore di Cuma funziona. L’affermazione è stata resa pubblicamente dal prof.Giovanni Melluso, docente di igiene ambientale all’Università Federico II e addetto alla sovrintendenza del depuratore di Cuma.
Il depuratore funziona, ciònonostante ogni giorno, per 365 giorni all’anno, scarica 20 tonnellate di reflui trattati al giorno.
Il calcolo è presto fatto: ogni anno sono 7.300 tonnellate di reflui trattati che arrivano sulla battigia. E’ una quantità enorme concentrata in un unico posto e che si espande, secondo i venti, a destra e sinistra per decine di chilometri dando una cattiva colorazione al mare per i primi cento metri dalla riva, proprio i metri che sono interessati dalla balneazione umana.
Come risolvere il problema? La risposta è semplice ed è condivisa dai biologi e da molti tecnici e politici onesti.


Ed ora le condotte. Occorre costruire una condotta sottomarina che porti le acque della foce del depuratore alle profondità termoclimatiche. Occorre innanzitutto evidenziare cos’è la linea termoclimatica. In poche parole si può dire che essa è una linea immaginaria situata nel punto finale dove giunge il calore del sole.
Anche i bambini sanno che il sole riscalda il mare fino ad una certa profondità, non oltre. Su questo litorale la linea immagianria del confine tra acqua calda e fredda si trova sui 30-35 metri. Sotto questa linea l’acqua è gelida. Quando in inverno il mare restituisce il suo calore alla terra e l’acqua calda risale dal basso, l’acqua che è al di sotto della linea termo climatica non sale.
Non sale perché è gelida ed è proprio qui, dove l’acqua non si riscalda, che bisogna portare i reflui depurati, sotto la linea termoclimatica dove i liquidi si spargeranno sul fondale e saranno trascinati per decine di chilometri dalle correnti e depurati ancor di più dal mare che è il più grande depuratore naturale esistente.
Scaricare 7.300 tonnellate di reflui trattati a riva, dove l’acqua è bassa, significa avvelenare il mare balneabile. Scaricarli ad una profondità di oltre 30 metri significa diluirle senza danni per l’ambiente.


Una tazza di caffè. Immaginate di versare una tazza di caffé in un bicchiere d’acqua. L’acqua diventerà scura come il caffé. Se la versiamo in un secchio sarà meno scura. Se la tazza di caffé, poi, la versiamo in una vasca da bagno l’acqua si sporcherà, ma sarà meno visibile, anche se sarà ancora evidente che c’é qualcosa di sozzo.
Se questa tazza di caffe la versiamo, però, in una piscina allora nessuno se ne accorgerà, specialmente se la piscina è grande.
Ecco, seguendo questo paragone si può affermare che portare 7.300 tonnellate di reflui trattati fino alle profondità termoclimatiche è come versare una tazzina di caffé in una piscina enorme, la più grande che riuscite ad immaginare, il mare.
Se non ve lo diranno che qualcuno lo ha versato il caffé, voi non ve ne accorgerete nemmeno.
Costruire le condotte sottomarine alle foci di Cuma e dei Regi Lagni, dove c’é l’altra foce di depuratore, è pertanto l’unica soluzione per avere immediatamente, in uno o due anni, il mare balneabile, le bandierine blu.


Una firma per il mare. Una condotta lunga 6 chilometri costa circa 15 milioni di euro, 30 miliardi di vecchie lire
E’ niente se pensate che in questi anni si sono spesi 3.000 miliardi di lire per depurare le acque e i risultati sono stati pessimi.
A Costa dei Sogni aderiscono decine di associazioni, alcune molto importanti e conosciute, altre più piccole, tutte sono, però fondamentali, come voi, per vincere questa battaglia.
I sindaci di ben 26 comuni, tutti elencati in ultima pagina, hanno aderito al nostro progetto, e hanno conferito una delega al sindaco di Giugliano perché firmi, come comune capofila, un protocollo d’intesa con la Regione Campania, Assessorato Ambiente, al fine di eseguire subito uno studio di fattibilità per la posa in opera delle condotte sottomarine alle foci artificiali. Ma tutto procede a rilento.



GAETANO MONTEFUSCO
Legale dell’associazione Costa dei Sogni

www.costadeisogni.it

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