QUALIANO. «Domenica alle ore 10.30 nella sede della Cgil di Qualiano (gentilmente concessa per l’occasione), si autoconvocano i cittadini per l’Unione, ovvero alcuni elettori, militanti e simpatizzanti del centrosinistra (pochi o molti non importa). Vorrei spiegare perché ho promosso, con altri, tale iniziativa e invitare quanti concordano ad aderire.
Abbiamo di fronte uno scenario politico che continua a proporre vecchie cose: liste civiche, scomposizioni e ricomposizioni, chiacchiere raccolte sui marciapiedi, ecc…, che appassionano solo gli addetti ai lavori e che rischiano solo di restaurare o perpetuare logiche di potere che nulla hanno a che vedere con una nuova progettualità politica per Qualiano.
L’Unione è in notevole ritardo nel proporre con forza l’unica vera novità sulla scena politica qualianese: l’unità politica e strategica dei partiti de L’Unione, primarie per la scelta del candidato a Sindaco, una grossa campagna di ascolto e di confronto che dia poi risposte chiare sui vari punti programmatici.
Sarebbe un suicidio se il confronto nel centrosinistra si chiudesse nelle sezioni fra gli addetti ai lavori, per concludersi l’ultimo venerdì sera utile per la presentazione delle liste, con un programma scritto a quattro mani di notte. Un suicidio, anche se la proposta fosse quella di un solo candidato a Sindaco, dicendo agli elettori: abbiamo scelto ora votateci.
Questa volta la partita per L’Unione, sia locale che nazionale, si gioca sulla partecipazione, sulla condivisione delle scelte, sulla chiarezza, sulla voglia di esserci e di contare per il cambiamento, sull’entusiasmo e la speranza di un nuovo possibile. Questo dice la partecipazione, oltre ogni aspettativa, alle primarie.
Un senso di responsabilità deve attraversare tutti, compreso i semplici elettori. La casa de L’Unione, la necessità di un cambiamento, ha bisogno di tutti, ma tutti devono sapere di contare nelle scelte, qualunque siano devono appartenerci.
Queste considerazioni mi convincono che se vogliamo un cambiamento nella società, dobbiamo dare, già a partire da queste fasi, un segnale di cambiamento, le primarie per la scelta del candidato a Sindaco, che oramai si estendono in tante realtà, può essere una prima novità. Il 31 gennaio 2006 comincia ad essere una data indicativa a livello nazionale, potrebbe diventare anche la nostra.
Se ho questa convinzione è perché mi rendo conto che la molteplicità di eventuali candidati a Sindaco può essere un patrimonio. Nel corpo elettorale è ovvio che possono circolare varie convinzioni. Puntare su un candidato di rottura rispetto ai vecchi schemi, su chi ha caratterizzato maggiormente questi anni di opposizione con argomenti e fermezza, ma vi è anche chi pensa che un candidato radicale potrebbe spaventare un elettorato moderato e allora si può puntare su una persona di centro che nel cambiamento, dia un segnale di maggiore moderazione e attragga voti moderati. Non possiamo non tener conto di chi pensa a nomi nuovi rispetto allo scenario politico di questi anni. E così via. Chi decide quale posizione è più forte nel corpo elettorale del centrosinistra? Come si tengono assieme queste varie anime, che prescindono anche dai singoli nomi? Come queste varie anime si riconoscono a vicenda e diventano forza? Allora si chiamano gli elettori a scegliere e si da loro un messaggio chiaro: tutti, qualunque sia il risultato, stanno insieme; tutti concorrono alla sintesi finale di un buon programma e un buon governo per il nostro paese.
L’altro aspetto, strettamente connesso è il programma. Dobbiamo dare risposte chiare all’elettorato e per questo abbiamo bisogno di confrontarci e ascoltare. Faccio degli esempi. Cosa accadrà alla Multiservizi, scioglimento o ristrutturazione? Per il centro storico come si procede? Il P.R.G., ormai quasi affossato, abbiamo idee per dotare definitivamente Qualiano di uno strumento urbanistico? Il rapporto con il personale comunale: continuerà una sorta di protezionismo o si passa a una meritocrazia trasparente? Si riorganizza un’informatizzazione amministrativa moderna con procedure Web, che dia massima trasparenza con servizi accessibili dai cittadini, che tenga conto anche delle norme sulla privacy, sulla protezione dati e firma elettronica dei documenti? Il mondo della scuola troverà un rapporto sinergico con l’amministrazione? Giovani, cultura, interetnicità: quali idee? Possiamo avere strategie comuni con il mondo del commercio e delle altre attività economiche? Ovviamente si può continuare.
Su quali proposte avviamo un confronto con le amministrazioni limitrofe, provinciale e regionale: per sancire un dopo ‘Ecomafie’; per un sistema di trasporto interno all’area Giuglianese; per superare la gestione della legge 328 affidata a società “sconosciute all’indirizzo” e pretendere un piano reale di servizi sociali; per pianificare lo sviluppo della circumvallazione con un progetto di urbanizzazione; l’A.S.I., può risorgere? Può essere la stazione della metropolitana un primo tassello?
So bene che a molte di queste domande e ad altre esistono già risposte nel centrosinistra, che molte domande sono già in discussione, ma bisogna chiamare i cittadini al confronto senza perdere altro tempo.
I partiti del centrosinistra devono prendere coscienza che su questo terreno possiamo vincere e cambiare. Tutti (Rifondazione Comunista, SDI, UDEUR, D..S. e Margherita) in questa scelta di strutturare il prima possibile L’Unione, hanno pari responsabilità e dignità. Tutti devono sentire la responsabilità che il loro assenso o diniego ha lo stesso peso, a prescindere dalla consistenza numerica. Se un solo partito non contribuisce alla costruzione di questo progetto, allora si farà un’altra cosa, ma non potrà avere lo stesso peso e dirompenza politica.
Credo che la partecipazione di quanti vogliono questa prospettiva può fare solo bene, può solo accelerare il processo, consentire ai partiti de L’Unione di continuare il percorso con maggiore forza e determinazione.
Il ‘Me, We’, di cui accennavo in un precedente intervento, che sintetizza una fusione tra persone con ruoli diversi, ma che concorrono in simbiosi per lo stesso obiettivo in un reciproco riconoscimento, può realizzarsi. Partecipiamo, non serve lamentarsi dopo».
SALVATORE NAPOLANO
Ds – Qualiano
