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venerdì, Marzo 29, 2024
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IL GIUGLIANESE E LA MONNEZZA CONNECTION

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La fine delle “zoccole”. Ecco quello che ci attende. I cittadini del Giuglianese saranno la razza di topi più evoluta, conosciuta e speriamo più studiata, presente sul pianeta Terra. Nulla a che vedere con le zoccole di New York, di Città del Messico o di Londra. Lì pure sono presenti milioni di topi. Ma essi vivono nelle fogne e negli anfratti. Escono sì, ma solo dopo che il sole è calato. Invece noi, e qui per “noi” intendiamo tutti i cittadini dell’area giuglianese, diventati topi nostro malgrado, siamo costretti a vivere proprio come degli umani urbanizzati. Dobbiamo comprare vestiti, andare in macchina, mandare i figli a scuola e pagare le tasse. Sempre come gli umani evoluti, dobbiamo addirittura fare le elezioni per decidere chi ci governa a livello locale e a livello nazionale. Proprio come i nostri “cugini” di Sorrento, Ravello, Trezzano Sul Naviglio o addirittura Cuneo, abbiamo anche noi diritto di voto e possiamo tranquillamente scegliere tra Berlusconi, Prodi, Pecorario Scanio e Vladimir Luxuria (il/la transgender pugliese). E allora direte voi? Perché allora è accaduto tutto questo? Perché c’è stata questa mutazione che da qui a breve trasformerà grandi e piccini, vecchi e giovani, donne mature e teenager in ratti geneticamente evoluti?



Il Lupo cattivo.
Come nelle migliori favole che si rispettino, anche in questa storia di monezza, soldi & camorra c’è il lupo cattivo. Un lupo che ha afferrato la presa e non la molla più. Si chiama Corrado Catenacci il lupo cattivo. E’ questa la vera aggravante che sta facendo sprofondare un area abitata da 150 mila persone in una emergenza ambientale che non ha uguali in tutto il resto del mondo occidentale. Catenacci è un uomo potentissimo. Ha dalla sua parte la polizia, i manganelli e le pistole. Ma ha dalla sua parte soprattutto tantissimi soldi. Un fiume di danaro che può gestire e muovere a suo piacimento. Come un Dio sceso in terra può decidere che qualianesi e giuglianesi possono fare la fine delle zoccole. Proprio come Gesù, Lui, l’ex prefetto di Caserta, può disporre da 0 a mille (parliamo di milioni di euro) solo con un battito di ciglia. E tutto questo senza dare conto a nessuno, in barba alla Corte dei Conti ed alla magistratura contabile. Politici, magistrati, imprenditori e popolazioni di intere città nulla possono contro questo potentissimo personaggio che ha deciso di far morire migliaia di persone, loro malgrado. Il primo atto politico di Romano Prodi appena diventato Primo Ministro è stato quello di riconfermare Corrado Catenacci commissario straordinario, così come aveva fatto 5 anni prima il Berlusca. Inquietante. Perché tutto questo potere in mano ad una persona sola ? Perché il sistema politico non può fare a meno dell’ex Prefetto? Ormai sono anni che a Napoli ed in tutta la Campania , l’emergenza rifiuti ha generato in giro vorticoso di danaro che ha trasformato un allarme in una routine abituale.



Affari, cliniche e tumori.
L’emergenza muove una massa di denaro talmente abnorme che ne beneficiano tutti. Prefetti, ex prefetti, politici, malavitosi e commissari straordinari. E indirettamente anche medici, cliniche super attrezzate e super specializzate per lo studio e la cura dei tumori. E, solitamente nei consigli di amministrazione di queste cliniche private siedono mogli, amanti e cumparielli vari di importanti notabili politici. Dal presidente dalla Regione Campania a scendere giù. Un esempio? Nella città di origine di Antonio Bassolino e cioè Afragola c’è l’epicentro economico ed affaristico della famiglia Muto. Cinque fratelli, tutti impegnati in medicina e tutti guarda caso radiologi di professione, i quali si dividono fra strutture pubbliche e private fra la stessa città di Afragola e il capoluogo partenopeo. Sarà un caso che proprio la potente famiglia Muto ha tra i suoi consulenti l’avvocato Enrico Soprano, soprannominato “Parcella d’oro”, che, sempre guarda caso, è anche uno dei consiglieri legali più pagati del Commissariato Straordinario per i rifiuti in Campania ? Sarà sicuramente un caso. Ed è un caso che sempre più soldi pubblici vengono dirottati sulle cliniche private in nome dell’efficienza e della emergenza sanitaria generando, anche in questo caso, un vorticoso giro di denaro che alimenta incarichi professionali, convenzioni, lottizzazioni, acquisti di apparecchiature medicali costosissime, post di lavoro e via dicendo ? Sarà un caso. Sarà un caso che il figlio dell’assessore regionale alla sanità, Montemarano, sia stato il più votato nelle ultime elezioni comunali a Napoli ? Coincidenza vuole che il facoltoso Giuseppe Petrella, ex deputato DS, oncologo, sia da anni uno dei più stretti collaboratori di Antonio Bassolino e risulta altresì titolare del più prestigioso, importante e naturalmente costoso, polo regionale per la cura dei tumori. E’ un fiume di soldi che scorre ininterrottamente da circa 20 anni e che alimenta un sistema perverso di clientele affaristico politico – familiari – mafiose che si nutre proprio di monezza. Anzi, i rifiuti sono solo la parte più visibile di questo sistema. Un pozzo senza fondo, che come la caldaia di un treno a vapore sempre in corsa ha bisogno di essere alimentato continuamente.


Paga la povere gente. Alla fine però, come nelle peggiori storie, a pagare è sempre la povera gente, che silenziosamente muore sempre di più per patologie tumorali. Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha condotto uno studio intitolato Trattamento dei rifiuti in Campania: impatto sulla salute umana dal quale emerge «che la mortalità per tutte le cause è risultata in eccesso significativo per gli uomini nel 19% dei comuni della provincia di Caserta, e nel 43% dei comuni della provincia di Napoli; per le donne nel 23% dei comuni della provincia di Caserta, e nel 47% dei comuni della provincia di Napoli». Le analisi sono basate su indagini epidemiologiche di tipo geografico che utilizzano come fonte i dati delle schede di dimissione ospedaliera, i registri delle anomalie congenite e i registri tumori. Questi sono dati e numeri certi. Per alimentare tutto questo sistema serve gente. Ma non gente normale. Bisogna produrre gente ammalata. Bisogna trasformare gli uomini in topi. Bisogna “generare” tumori. E’ il commissario straordinario è solo un anello della catena. Lui fa solo il lavoro più sporco. Il resto viene fatto dai politici, dai loro consulenti e dai consigli di amministrazione delle cliniche private campane. E potete giurarci, riempiranno di immondizia anche il buco del giardino di casa nostra per portare e termine il loro sporco lavoro. Non si faranno spaventare dalle casalinghe disperate di via Riparia. Il sistema ha bisogno di noi, anzi, dei nostri tumori.

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