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venerdì, Aprile 19, 2024
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Qualiano. La Consolare Campana ritorna alla luce

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Riaffiora a Qualiano l’antica Consolare Campana. Duemila anni di storia tornano alla ribalta grazie ai lavori della Soprintendenza Archeologica. La via che fu percorsa da San Pietro e Paolo è stata intercettata nel corso dei lavori per l’adeguamento della rete fognaria di via Pozzolaniello, in prossimità di via Campana. Ci sono tracce del caratteristico basolato romano: nuovi pezzi riaffiorano ora dopo ora. Sono stati inoltre trovati i resti di un diverticolo, vale a dire un viottolo che immetteva sulla strada maestra. Sarebbe costituito da tre strati di basolato. L’antica Consolare Campana univa Capua a Pozzuoli: era una delle principali vie di comunicazione dell’Impero. Già dalla fine dell’egemonia greca sulla città di Cuma (334 a.C.) ad opera dei Romani, Qualiano rappresentava un punto importante per raggiungere Cuma da Capua e da Roma. Recenti resti archeologici fanno inoltre supporre che fosse un centro amato dal patriziato romano per il clima salutare e la florida vegetazione. Tra l’altro, uno dei maggiori storici dell’età augustea, Tito Livio, descrisse e celebrò il patrimonio naturale dell’intero Agro giuglianese. Quella strada che riaffiora faticosamente dalle sue viscere rappresenta una vittoria per gli archeologici. Se n’era parlato tanto, in passato, dell’Antica Consolare Campana. Qualcuno giura che numerosi resti furono più volte individuati ma frettolosamente occultati o rubati. Un punto fermo, in materia, fu posto dall’instancabile Giacomo Chianese. Lo studioso, nel 1938, effettuando la ricognizione del tracciato di tale strada, informava che il tratto di essa prossimo a Qualiano, dalla direzione del Vado di Serra (o “Montagna Spaccata” di Quarto), doveva essere scomparso a seguito del taglio dell’alveo dei Camaldoli e del “cavone del Carmine”. L’ultima scoperta conferma invece che a Qualiano la strada esiste ancora: l’arteria si sviluppa a pochi metri di profondità dall’altezza dell’attuale strada. Dall’analisi dei reperti, gli specialisti sono riusciti a ricavare una serie di notizie interessanti per il loro valore storico e scientifico.



LA STORIA – L’Antica Consolare Campana si estendeva per 21 miglia romane. Partiva dall’Anfiteatro Capuano ed attraversava corsi d’acqua, i terreni pianeggiati di Terra di Lavoro, tagliava la Conca di Quarto (“ad quartum lapidem Campaniae viae” cioè a quattro miglia da Pozzuoli), attraversava la Montagna Spaccata, opportunamente tagliata e protetta ai lati da robuste mura di opus reticolatum, si dirigeva infine dritta verso il mare, verso Pozzuoli, l’antica Puteoli. E qui, nell’area flegrea, giunsero i primi ebrei cristiani diretti a Roma. Spiccano, tra questi, i nomi di Pietro e Paolo, che poi furono uccisi. Di San Paolo c’è la certezza del suo sbarco a Pozzuoli nel ’61. Di Paolo c’è rimasto solo un tempietto a lui dedicato per la celebrazione della prima Messa e posto dai primi fedeli non lontano dalla Consolare di Quarto, all’uscita della Montagna Spaccata.



COSA RIMANE OGGI – Dai campi flegrei all’area giuglianese, dall’agro aversano all’anfiteatro capuano. Ogni tanto affiorano i vecchi lastroni di pietra lavica dell’antica via. E’ da Capua che si proseguiva per Roma, imboccando l’Appia. Il tracciato moderno dell’antica via Campana è facilmente ricostruibile, ma rispetto alla sua “copia” moderna, solo una parte è rimasta ancora oggi utilizzata come strada di grande collegamento. Tutto il restante percorso è fatto di canaloni, di sentieri campestri, di oblio.










L’ESPERTO – L’architetto Sabatino conferma: Qualiano aveva una grande importanza strategica





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QUALIANO – “I ritrovamenti di via Campana rappresentano l’ulteriore conferma della posizione strategica che Qualiano aveva in epoca romana”. A parlare è l’architetto Giovanni Sabatino, attento studioso delle testimonianze architettoniche e sociologiche del comprensorio flegreo – giuglianese. “Qualiano dista pochi chilometri dalla colonia greca di Cuma: teatro di durissimi sconti tra le popolazioni italiche, per l’egemonia del mare, mezzo di scambio e di commercio con il resto d’Europa. Storicamente – spiega – conosciamo la fine tragica dell’egemonia greca sulla città di Cuma ad opera dei Romani, che da Capua – proprio attraverso l’antica strada Consolare Campana- giungevano a Cuma, per poi proseguire via mare. Di conseguenza, questa nuova realtà politica d’espansione della nascente civiltà romana interessò anche Qualiano, data la sua posizione geografica, essendo punto nodale per raggiungere Cuma, sia da Capua che da Roma. La Consolare Campana è testimone di questo tracciato viario, che congiungeva Capua – Aversa – Pozzuoli”. Anche l’origine del nome della cittadina a nord di Napoli avrebbe strette relazioni con l’antica arteria. Secondo Sergio Zazzera, altro studioso e autore di “Qualiano, storia, tradizioni e immagini”,il nome deriverebbe da “Gaudanium”. “Il toponimo ‘Gualdo’ – scrive – è variamente diffuso in tutto il territorio del ducato longobardo, e Capua è abbastanza vicina e ben collegata a Qualiano, proprio grazie all’antica Consolare Campana”. Le dialettizzazioni della prima sillaba e l’attenuazione della consonante della seconda sillaba hanno fatto il resto. “La lettura del territorio limitrofo a Qualiano quale l’agro Aversano e quello Giuglianese – aggiunge l’architetto Sabatino, autore del libro ‘Civiltà contadina a Qualiano’ – ci introducono in una definita realtà territoriale: la primitiva destinazione agricola della zona era sistemata con la tipica forma a scacchiera della centurazio romana. Difatti – sostiene – basta osservare la planimetria di alcuni centri confinanti con Qualiano, quali Giugliano e Villaricca, per concretizzare visivamente quanto detto. Questa tecnica di sistemazione del territorio rurale, riportata dalla scala urbana, era tipica del periodo romano”. Sabatino nel saggio “Ipotesi storico-urbanistica sull’origine e lo sviluppo della Città di Qualiano” sostiene che la cittadina “per la sua posizione geografica non poteva essere esclusa da quanto succedeva nella vicine zone e quindi in qualche modo dovette assistere e partecipare direttamente agli scontri tra le popolazioni italiche che si contendevano la città greca di Cuma”. Per il Zazzera Qualiano costituiva “una stazio lungo l’antica Consolare Campana e in corrispondenza del quadrivio tra la stessa e le deviazioni per Cuma e per Panicocolo, con il posto per il cambio dei cavalli, stalle, locande, osterie e tutti gli altri servizi destinati ai viaggiatori”.









IL PRECEDENTE – Tre mesi fa scoperta a Quarto una villa romana del II secolo a.C.

QUARTO (ufer)– Meno di tre mesi fa l’ultima sensazionale scoperta. A Quarto, territorio dei campi flegrei, fu ritrovata una villa romana del II sec. a.C. La struttura fu rinvenuta nel corso dei lavori per la realizzazione della rete fognaria di via Cimarosa, nei pressi di Corso Italia. L’edificio si sviluppava a qualche metro di sotto il livello stradale. Il periodo di frequentazione della villa– secondo la Soprintendenza – copriva un arco temporale che definire lunghissimo è un eufemismo: oltre sei secoli. Dalla costruzione (II sec .a.C.) alle ristrutturazioni (IV d.C.) gli archeologici hanno potuto ricavare uno straordinario spaccato architettonico delle tecniche edilizie e della loro evoluzione. Furono rinvenuti strutture in blocchi di tufo (risalenti all’età repubblicana), ma anche resti di intonaco dipinto, pavimenti a mosaico (un disegno geometrico costruito con tasselli bianchi e neri) e il cortile d’accesso all’edificio (costruito in basolato e con ancora gli incavi per i cardini in cui si muoveva il cancello). Ai lati del corridoio di quindici metri c’erano due stanze. I lavori, coordinati dall’ispettrice archeologa della Soprintendenza di Napoli Costanza Gialanella, attestarono l’estensione della villa intorno ai 2500 metri quadrati. Numerosi gli oggetti in bronzo e ceramica rinvenuti.

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