GIUGLIANO, I FUNERALI DEL GARZONE DI BARBIERE
Una folla commossa ha dato ieri mattina l’ultimo saluto a Vittorio Vassallo, il diciottenne ucciso giovedì scorso da un quindicenne di cui era amico e collega, nel corso di una lite scoppiata all’interno del salone da barbiere in cui entrambi lavoravano. In chiesa familiari ed amici, ma non solo.
Tutti raccolti in un silenzio profondo, carico di commozione. In prima fila, i genitori e la sorellina. I volti provati. Un dolore composto. Incapaci, a distanza di tre giorni, di spiegarsi l’accaduto. «È accaduto qualcosa di assurdo e di incomprensibile» ha detto nella sua omelia il parroco don Tommaso Cuciniello. E ancora: «è stata tolta la vita ad un ragazzo di 18 anni, distrutta quella di un altro più piccolo di lui. Tutto questo è più grande di noi».
E poi ha parole di pietà per l’assassino per il quale chiede perdono: «chi dall’esterno condanna, fomenta l’odio o desideri di vendetta che non servono a nulla. Di fronte a me ho una famiglia distrutta dal dolore per la perdita di un figlio. Ma vi è una altra famiglia distrutta anch’essa dal dolore. A che serve invocare vendetta o pene severe?». Intanto, proseguono le indagini, affidate ai carabinieri della compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Gianluca Trombetti e dal tenente Orazio Ianniello. Ieri mattina è anche stata effettuata la convalida dell’arresto di Agostino, il quindicenne omicida, che lunedì mattina potrebbe essere sentito per la prima volta. Venerdì sera era stata anche effettuata l’autopsia sul corpo di Vittorio, che potrebbe contribuire a modificare la ricostruzione sin qui fatta dell’omicidio. Secondo indiscrezioni, l’arma del delitto potrebbe essere stata, infatti, non un paio forbici, come si era finora pensato, ma un coltello dalla lama stretta ma affilata. Anche se non è stata ancora ritrovata.
ANTONIO POZIELLO_ Il Mattino 8 dicembre 2002