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giovedì, Aprile 25, 2024
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Il fuoco devasta la Resit uno chiusa dal 2004

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Secondo i vigili del fuoco ci vorranno almeno cinque giorni per spegnere ogni focolaio dell’incendio che da ieri sta devastando una discarica sotto sequestro a Giugliano. A fuoco la Resit 1 in località Tre Ponti. Un incendio di grosse dimensioni si è esteso per buona parte della discarica, sotto sequestro dal 2004, di proprietà del Consorzio di Bacino Na3. La situazione è drammatica, ed è allarme. Dalle 15 fino a tarda notte i rifiuti hanno continuato a bruciare senza sosta, anzi allargando minuto per minuto il loro raggio d’azione. Una nube tossica e nera si è estesa per l’intera area, rendendo difficile la visibilità addirittura su via Santa Maria a Cubito, strada che dalla circumvallazione esterna conduce fino alla discarica. Sul luogo i vigili del fuoco hanno tentato di sedare le fiamme. Le mura alte e la centralità dell’incendio hanno reso difficile le operazioni di spegnimento. Il fuoco infatti si è propagato nella parte interna della discarica, dove è stato impossibile accedere a causa del buio e della completa, mancanza di illuminazione della zona. Fuori, sulla strada sterrata, insieme ad alcuni cittadini esasperati dall’incendio, i carabinieri della compagnia di Giugliano che hanno vigilato sulle operazioni a causa della violazione dei sigilli e due componenti del consorzio di Bacino il direttore Pellegrino Pacchiano e il geometra Alfonso Esposito Cesariello, che sono andati via dicendo: «Non possiamo fare nulla adesso. È troppo buio e non possiamo intervenire». Sul luogo l’odore acre e nauseabondo ha reso difficile ogni tipo d’azione. Mascherine alla mano, i presenti hanno cercato di allertare le istituzione per segnalare il disastro che si è presentato agli occhi dei residenti della zona. Avvisato dell’accaduto, Francesco Talglialatela, primo cittadino di Giugliano si è subito recato sul luogo. Al telefono con la Prefettura ha tentato di tenere la situazione sotto controllo. E non è la prima volta che la Resit – così chiamata per la ditta che prima l’aveva in gestione – va a fuoco. Prima della chiusura del 2004 per le indagini della magistratura, un ammasso di ecoballe fu incendiato. Da allora 8 indagini ed una valanga di avvisi di garanzia hanno colpito i gestori della cava. Le accuse dei magistrati riguardano alcuni fusti tossici che si presuppone siano stati scaricati sul luogo prima della gestione del Consorzio di Bacino. Ed è proprio questo ad allarmare i residenti della zona esasperati dall’alto numero di discariche presenti in località Tre Ponti. «Siamo disperati – dice Stefano Franciosi, consigliere circoscrizionale – Mia figlia ha due anni e sta respirando tanta diossina. Ci vorranno giorni per spegnere questo disastro». I roghi non si fermano nemmeno a Napoli: 80 solo ieri.



CRISTINA LIGUORI – IL MATTINO 26 GIUGNO 2007.

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