Salve,
non pretendo che pubblichiate la presente lettera, probabilmente il fatto che sto per
raccontarvi non fa notizia qui da noi nell’hinterland napoletano, ma lo stesso motivo per
cui non crea scalpore è per me allucinante.
Mio fratello, diplomato ventiduenne al liceo sociale, come tutti i giovani della nostra
terra, ha tentato varie vie possibili per la ricerca di un lavoro.
Come tutti, è passato per vari ristoranti, lavorando 12 ore al giorno per una misera paga
di euro 36, 50. All’età di 20 anni gli è stato diagnosticata la spondilite anchilosante,
malattia degenerativa che fa parte della famiglia delle artirit reumatoidi; ciò lo
costringe ad una cura a base di salazoprina, medicinale forte che va ad influire sul
fegato e sul sistema nervoso.
La sua malattia lo costringe a dover fare una vita
abbastanza sedentaria, ha bisogno di continue cure ed analisi, che non sono convenzionate
e per tanto occorre pagare qualsivoglia tipo di accertamento; nel frattempo abbiamo messo
in moto la lentissima e per nulla democratica macchina burocratica per la richiesta
d’invalidità. Nel frattempo lui continuava a fare i lavoretti più vari e soprattutto
sempre sottopagati e a volte anche mettendo da parte amor proprio e dignità. Finalmente
era arrivata una buon notizia: la convocazione per il colloquio presso un supermercato che stava
per aprire in via domitiana, ad Arco Felice. Dopo una serie di colloqui, inizia a lavorare
firmando un documento il cui oggetto è “contratto a tempo indeterminato” ma che nella
fattispecie non è null’altro che un foglio, scritto anche male, che non specifica né
orari, né giorni tanto meno la retribuzione. Dopo circa 2 settimane di continui
spostamenti ed orari improbabili, (ma si sa, a Napoli in fatto di lavoro siamo tutti
figli della speranza e della pazienza che tanto “vabbuò è l’inizio, po’ sicuramente mi
diranno tutto”) inizia a lavorare presso il supermercato.
Precisamente il supermercato apre al pubblico il 20 settembre, intanto lui, come gli
altri, brancolano nel buio più totale, senza conoscere né mansioni, né orari né tantomeno sapere quanto e quando avranno lo stipendio.
Il personale scarseggia, la direzione è totalmente incapace nella gestione della
squadra, l’afflusso è inatteso, e lui deve lavorare 12 ore al giorno (il contratto
nazionale ne prevede esattamente la metà) e addirittura è costretto a turni di notte dalle
21 alle 07,30.
Alla richiesta se ciò si tramuterà in una maggiorazione dello stipendio, la risposta dal
direttore di filiale è : “no, se non vi sta bene in ufficio ho un sacco di curriculum”
E ancora una volta, da tipico napoletano che sa quanto duro sia trovare e mantenere un
posto di lavoro, zitto e lavora.
In data 03/10/2007, sempre a causa della patologia prima menzionata, mio fratello ha
dovuto fare una serie di accertamenti e quindi aveva chiesto la giornata libera, al
mattino il direttore lo ha chiamato dicendo che il proprietario del G.S. volava
parlargli; mio fratello pieno di belle aspettative, si è recato prontamente sul posto e ad
accoglierlo ha trovato una lettera di licenziamento, senza giusta causa, senza
spiegazioni da chi dovrebbe essere preposto a tale ruolo.
Mi scuso per la lunghezza della mail, ma io sono sinceramente schifata (termine poco
bello, lo so ma fatemelo passare); non è possibile che nel 2007 siamo ancora vittime dei
padroni, dei balordi, di chi prende per la gola le persone bisognose di lavoro, e le
costringe a buttare al vento l’amor proprio e la dignità. Come scritto in apertura della
presente, sicuramente questa storia non desta scalpore ne indignazione in molti di voi,
chiunque legge rivede se stesso. Ciò che vorrei sottolineare, è che dobbiamo svegliarci,
non è possibile soccombere sempre, vivere nel terrore di azioni giuste, combattere per
ciò che ci spetta di diritto.
Pozzuoli è attualmente in commissariato prefettizio, e sarà davvero divertente, vedere i
politicanti locali alla ricerca di voti, con un sorriso quasi ebete stampato in volto che
promettono chissà quali e quanti favori da tramutare in voti e quindi possibilità di
sedere ai tavoli dei potenti per poter avere una fetta di chiotta torta fatta con i soldi
pubblici, scambiarsi favori, intavolare trattative poco lecite e nessuno saprà cos’altro
si complotta nelle stanze dei bottoni.
Vorrei svegliarmi un giorno leggere di arresti e incriminazioni e dire: le cose vanno
proprio come dovrebbero.
Una cittadina stufa di veder annientati i diritti fondamentali
(Lettera firmata)


