Nella tragica cornice del carcere Spini di Gardolo a Trento, un nuovo episodio di violenza ha scosso la comunità locale. Un uomo di 40 anni, originario della Tunisia e già detenuto per precedenti reati di violenza contro la moglie, ha perpetrato un atto orribile durante un colloquio con la donna all’interno del carcere.
L’accaduto
Armatosi di una lametta da barba, l’uomo ha ferito la sua consorte, una trentenne, con intenti nefasti. Durante il colloquio, ha brutalmente sfregiato il viso della donna e ha tentato di colpirla anche alla gola. Per fortuna, l’intervento tempestivo degli agenti di polizia penitenziaria ha impedito il peggio e la vittima è stata prontamente soccorsa.
Purtroppo, questa non è stata la prima volta che la donna è stata vittima delle violenze del marito. Lo scorso anno, era stata colpita al volto e al collo con un coltello, riportando una prognosi di 41 giorni. Nonostante ciò, durante il processo relativo a quell’evento, la donna aveva scelto di non costituirsi parte civile.
Attualmente, l’uomo rischia l’accusa di tentato omicidio, in aggiunta alle pene già scontate per i suoi precedenti crimini. La vittima è stata trasferita presso l’ospedale Santa Chiara di Trento per le cure necessarie, nonostante le ferite non siano gravi.
In aumento le aggressioni in carcere
Questo tragico evento ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza all’interno del carcere. I sindacati denunciano da tempo la carenza di personale, con un numero di guardie carcerarie nettamente inferiore rispetto al necessario, e sottolineano la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza sia dei detenuti che del personale all’interno delle strutture penitenziarie.
L’aggressione in carcere, infatti, non è stata purtroppo sporadica. Solo lo scorso 29 gennaio, si era verificata un’altra aggressione, ai danni di un agente di polizia penitenziaria. Un detenuto italiano aveva tentato di uscire dalla sua camera senza autorizzazione e, di fronte al rifiuto dell’agente, lo aveva colpito con uno schiaffo al volto.
Il segretario regionale del Sinappe, Andrea Mazzarese, ha sollevato inoltre la questione del sovraffollamento della struttura.
La richiesta di Mazzarese è chiara: è necessario un intervento urgente da parte delle autorità competenti, incluso il coinvolgimento del ministro della Giustizia, per affrontare e risolvere questa situazione al limite dell’esplosivo nel carcere di Spini di Gardolo.