C’è anche la pista dell’esecuzione di camorra dietro l’omicidio di Alfonso Cesarano. Il 35enne è stato ucciso venerdì sera a Gragnano da uno o più sicari che gli hanno esploso contro 4 colpi di pistola al torace e uno alla testa.
La vittima è ritenuta vicino agli ambienti del clan Di Martino: Cesarano era agli arresti domiciliari con permesso di lavoro. L’uomo era finito in manette dopo una violenta lite a fucilate con alcuni vicini di casa a Lettere, dove era scampato a dicembre 2023 ad un raid a colpi di kalashnikov mentre era in auto.
Le indagini sull’omicidio di Alfonso Cesarano
Proprio questo dettaglio, insieme alla contiguità di Cesarano con il clan Di Martino dei Monti Lattari, fa propendere gli inquirenti verso la pista del regolamento di conti. I carabinieri e la Procura hanno interrogati i primi testimoni accorsi sul luogo dell’agguato e anche le telecamere di videosorveglianza che potrebbero aver ripreso tutto.
Chi ha sparato ha atteso Cesarano sotto casa e quando è uscito in sella a un scooter in compagnia del suo cane: poi è partita la raffica di proiettili che non ha lasciato scampo al cane e al padrone. La vittima era detenuta ai domiciliari per il tentato omicidio di un vicino, dopo una lite a causa di un cavallo e poteva uscire con il braccialetto elettronico in virtù di un permesso per lavoro.