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lunedì, Giugno 17, 2024
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Alessandro Impagnatiello ascoltato a processo: “Ho ucciso Giulia e occultato il cadavere”

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Si intendo rispondere“. Inizia cosi l’esame in aula di Alessandro Impagnatiello. Il pubblico ministero Alessia Menegazzo ha chiesto al barman se intendesse confermare quanto già ammesso nei due interrogatori davanti al PM e al GIP. “Questo processo mi sta molto aiutando a mettere insieme dei tasselli che erano molto confusi nella mia testa”, ha spiegato l’imputato. “Voglio esprimere la reale verità. Oggi sono più lucido e consapevole. Confermo i dati generali, sicuramente ci sono state delle incongruenze“.
Poi, le domanda del pubblico ministero:
“Ha ucciso Giulia e provocato l’interruzione della gravidanza?”.
“Sì”.
“Ha occultato cadavere?”.
“Sì”.
“Quando l’ha uccisa?”.
“La sera del 27 di maggio”, risponde Impagnatiello.
Calmo, la voce ferma, senza lacrime il barman sta rispondendo alle domande e ricostruendo l’inizio del rapporto con la vittima.

A Giulia non ho mai fatto credere che fosse pazza, io ho costruito un infinito castello di bugie”, ha detto Impagnatiello rispondendo in aula alle domande dei pm. “Un mare di bugie in cui io stesso sono annegato”.

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Impagnatiello ha spiegato che quando ha saputo della gravidanza di Giulia in lui c’è stata “una altalena di emozioni“. Il barman sta ripercorrendo le due versioni riferite all’amante e alla compagna in merito alla doppia gravidanza. “Io, all’amante riferivo che ero ancora in contatto con Giulia per supportarla durante il periodo della gravidanza, difficile sia su un piano fisico sia mentale“. 

Il barman aveva detto alla donna di “non essere il padre del bambino atteso da Giulia. La madre della vittima sta ascoltando le parole dell’assassino reo confesso di sua figlia dal secondo banco dell’aula. Davanti agli occhi una foto di Giulia, appoggiata a una bottiglia d’acqua sul banco. Impagnatiello ha raccontato anche quando ha creato il falso test del Dna da mostrare all’amante: “L’ho preso da Internet e ho cambiato l’intestazione“. In più occasioni il barman ha spiegato di aver “continuato ad alimentare questa doppia realtà nella mia testa, questa finta realtà“.

Impagnatiello ha spiegato che il giorno del delitto, quando Giulia gli ha dato appuntamento all’Armani Caffè per l’incontro a tre con l’amante, lui ha chiesto di rinviare a domenica, perché non voleva che tutto ciò avvenisse mentre lavorava: “Non volevo essere umiliato, tenevo alla mia immagine sul mio posto di lavoro. Sul lavoro avevo una certa responsabilità con lo staff, ci tenevo particolarmente all’immagine e alla stima che i colleghi avevano di me. Era il posto dove passavo la maggior parte del mio tempo“.

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