Un ragazzo giovanissimo, appena 22 anni, ma già con una carriera criminale alle spalle che lo avevano portato diverse volte sulle pagine di cronaca. Alessio Bossis, trucidato ieri all’esterno di un centro commerciale, era considerato un baby ras. Due anni fa, secondo le indagini, si rese responsabile di una stesa nel centro storico di Napoli. Insieme ad alcuni complici esplose diversi colpi di pistola in piazza Trieste e Trento, salotto bene di Napoli. Per la legge era sorvegliato speciale, ma per i killer che lo hanno freddato ieri sera, Alessio Bossis era nulla più che un facile bersaglio.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Indagini in corso per stabilire il possibile movente del delitto, da ricercare probabilmente nella faida con i De Micco, e dare la caccia agli autori dell’omicidio. Acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti sul piazzale del centro commerciale. Ma chi era Alessio Bossis? Il suo nome compare già nel 2019, quando Bossis aveva appena 18 anni. Bossi entra sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli dopo che i carabinieri lo indicano, in almeno due informative, come uno dei giovanissimi che nella zona orientale starebbe cercando di formare un nuovo clan.
Nel 2020 venne arrestato per una sparatoria nel cuore di Napoli, in piazza Trieste e Trento: un grave assalto sotto le finestre della Prefettura, che culminò nel ferimento di due giovani dei Quartieri Spagnoli. Era l’uomo delle stese, un soggetto ritenuto a rischio, nella polveriera criminale di Napoli est.
Solo un mese fa il giovane si era reso protagonista di un episodio di violazione della sorveglianza speciale. A entrare in azione sono stati gli agenti del commissariato di Ponticelli che, durante il servizio di controllo del territorio, nel percorrere via De Meis, nella zona del rione De Gasperi, notarono un uomo a bordo di uno scooter che, alla loro vista, tentò di eludere il controllo. I poliziotti, dopo un breve inseguimento, lo hanno bloccato e hanno accertato che Bossis, sottoposto dall’8 agosto scorso alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di Volla, si era allontanato dal suo domicilio senza autorizzazione.
Il nome di Bossis balzò alle cronache qualche anno fa quando si rese protagonista di una stesa in piazza Trieste e Trento contro alcuni giovani ras emergenti dei Quartieri spagnoli. Per quei fatti Bossis era stato condannato in primo e secondo grado ad otto anni ma recentemente la Cassazione ha ribaltato il quadro predisponendo un nuovo giudizio d’appello.