Si chiama “Covid-19 Party” ed è l’ultima moda made in Usa, un’alternativa alle classiche serate in discoteca. Gli invitati si ritrovano, in gruppo – in barba al distanziamento sociale – e passato una serata insieme per infettarsi col Coronavirus. L’obiettivo è mischiare soggetti sani a persone positive al virus nella speranza di essere contagiati e, guarendo, diventare immuni e poter tornare a girare liberamente. Il fenomeno si sta diffondendo soprattutto nello stato di Washington. Qui, dallo scoppio della pandemia, si contano 15.185 casi e 834 morti.
Gli inviti a questi cosiddetti “party” hanno cominciato a circolare dopo l’idea teorizzata dalle autorità sanitarie di tutto il mondo che si possa considerare l’ipotesi dei passaporti d’immunità, il documento che certificherebbe l’assenza di rischio di contagio della persona che lo possiede. E che quindi consente a coloro che sono risultati positivi al virus e poi guariti di viaggiare o di tornare a lavoro più velocemente.
«È inaccettabile ed irresponsabile – ha commentato Meghan DeBolt, direttrice dell’assessorato alla Sanità della contea di Walla Walla – esporsi deliberatamente ad un contagio è rischioso per chi lo fa e per gli altri». Non c’è nulla di nuovo in questo, in America. In tempi passati c’è chi aveva istituito la “festa della varicella”: bambini sani venivano messi a contatto con altri bambini che avevano questa malattia. Tutto era organizzato dai loro genitori.