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venerdì, Marzo 29, 2024
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Marano, torna libero l’imprenditore Angelo Simeoli: è indagato per legami con il clan Polverino

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Lascia i domiciliari ed è completamente un uomo libero Angelo Simeoli, a processo per corruzione nell’inchiesta che vede coinvolto anche l’ex sindaco di Marano Mauro Bertini. I giudici hanno accolto l’istanza presentata dagli avvocati Giovanni Lo Russo e Silvio Auriemma. L’imprenditore edile Angelo Simeoli era ai domiciliari con l’accusa di corruzione aggravata in concorso tesa a favorire il clan Polverino. Nel medesimo processo sono imputati (per corruzione) anche gli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del parlamentare forzista Luigi.

L’attività investigativa aveva consentito di documentare come gli imprenditori santantimesi Aniello e Raffaele Cesaro, in società occulta con esponenti del sodalizio camorristico dei Polverino di Marano di Napoli e, in particolare, con il sostegno economico del capo clan Polverino Giuseppe detto ‘o Barone, tra gli anni 2005/2006 fossero riusciti ad aggiudicarsi la concessione per l’esecuzione dei lavori di realizzazione del locale Piano di insediamento produttivo. I successivi approfondimenti, sviluppati attraverso mirati accertamenti di tipo patrimoniale e bancario a riscontro del contenuto di intercettazioni e di dichiarazioni rese dagli indagati successivamente all’operazione del maggio 2017, hanno permesso di ricostruire il ruolo avuto da parte di figure appartenenti alla Amministrazione comunale di Marano di Napoli e al settore dell’imprenditoria nella specifica vicenda.

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In particolare, dalle nuove risultanze, è emerso come Bertini Mauro, destinatario della misura degli arresti domiciliari,  anche previa indebita corresponsione della somma di 125mila euro da parte dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro, avrebbero favorito l’aggiudicazione alla società riconducibile a quest’ultimi della concessione per la commessa dell’importante opera pubblica, del complessivo valore di oltre 40 milioni di euro. In tale contesto, Simeoli Angelo cl. 1942, alias Bastone, altro indagato destinatario della misura degli arresti domiciliari, imprenditore edile già a processo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (clan Polverino), pienamente compartecipe dell’accordo corruttivo, monetizzava, celando tali operazioni nell’ambito di attività svolte da proprie società, 5 assegni bancari per complessivi 62 mila e 500 euro, somma poi fatta avere al Bertini, a saldo di altri 50mila euro, corrisposti in contanti al primo cittadino di allora direttamente dai fratelli Cesaro.

Bertini e Simeoli sono inoltre indagati  per la realizzazione, tra gli anni 2004-2006, in violazione del PRG comunale vigente, di un complesso residenziale composto da 27 appartamenti e 9 attività commerciali, edificato con l’abbattimento di una vecchia tenuta in stato di abbandono, denominata Masseria Galeota. I lavori sono stati eseguiti da una società di costruzioni del Simeoli che, al fine di ricevere le previste autorizzazioni, consegnava a Bertini, sindaco in carica dell’epoca, una somma di denaro non quantificata. Infatti, Santelia, dirigente dell’Ufficio tecnico, già a processo, poi prescritto, per le relative violazioni in materia urbanistica, su direttive del sindaco Bertini, aveva consentito a Simeoli di presentare il progetto con una semplice Dichiarazione di inizio attività (D.i.a.), in luogo della necessaria concessione edilizia.

 

 

 

 

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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