In tanti lo ricordano in prima fila nel 2019 con il megafono durante le manifestazioni svoltesi in piazza Nazionale, dove la piccola Noemi (all’epoca dei fatti di appena 4 anni) aveva rischiato di morire perché colpita da un proiettile vagante durante un agguato di camorra. Proprio per conto della camorra, secondo gli inquirenti, Antonio Piccirillo avrebbe agito nel tentativo di estorcere denaro ad imprenditori che gestivano gli ormeggi per le imbarcazioni da diporto ai moli di Mergellina.
Come se non bastasse, il 28enne si sarebbe presentato in nome e per conto del padre, Rosario O’ Biondo, ritenuto elemento di spicco del clan della Torretta. Proprio il genitore che Antonio Piccirillo aveva rinnegato attirandosi le attenzioni della stampa nazionale e le simpatie della palitica locale. Piccirillo, infatti, fu a lungo corteggiato affinché si presentasse come candidato al consiglio comunale di Napoli alle amministrative del 2021. Cosa che puntualmente avvenne con la candidatura nella civica Napoli 2030 a sostegno della candidata sindaco Alessandra Clemente, già vicesindaco a Palazzo San Giocamo e nipote del parlamentare europeo del Partito democratico Sandro Ruotolo. Nonostante una campagna elettorale incentrata sui temi delle legalità e dell’anticamorra, il figlio di Rosario O’ Biondo raccolse appena 150 voti, restando fuori dal consesso, dove invece entrò la Clemente come consigliere comunale di minoranza.


