Si chiama Antonio Puzone e faceva il meccanico a Casavatore, a lui Marco Di Lauro si era rivolto per trovare una sistemazione logistica e un apporto concreto alla sua latitanza. Ma non solo. Puzone avrebbe avuto, secondo la DDA, anche il compito di controllare le auto che poi venivano utilizzate dalla primula rossa della camorra napoletana durante la sua latitanza. “Eh! Enzu’…lo sai quante nottate facevamo noi qua dentro noi! (dentro l’officina) Le nottate che facevamo io, Marco (Di Lauro, ndr) dentro da Antonio (Puzone)”, questa una delle intercettazioni contenute nell’ordinanza che ha portato all’arresto ieri dei fiancheggiatori del clan, compreso Marco Di Lauro e il fratello Salvatore. La conversazione risale al 2014 e riprende un discorso fatto tra Salvatore Tamburrino (arrestato nello stesso giorno di Marco Di Lauro per aver ucciso la moglie Norina Matuozzo a Melito) e Vincenzo Gatta. “…per Marco… venivano i meccanici da fuori per prepararci la macchina! Alloggiavano nell’albergo qua… quel ragazzo faceva le nottate insieme a noi. E Marcuccio (Marco Di Lauro, ndr) tutte le sere gli dava le cento, le duecento euro in mano…”.
Ad Antonio Puzone si contesta il concorso esterno in associazione camorristica), invece, il clan verificava la presenza di eventuali microspie nelle vetture a loro disposizione che lì venivano anche potenziate.