Poteva essere una stangata. Poteva appunto. Perchè Enzo Iadonisi, nipote di Francesco, storico boss del Rione Lauro di Fuorigrotta ha incassa una condanna decisamente al ribasso nonostante le pesanti accuse a suo carico. Iadonisi, reduce da una condanna in primo grado a otto anni e otto mesi, ha infatti rimediato in appello quattro anni e dieci mesi. La decisione è stata presa dai giudici della Corte d’Appello di Napoli (I sezione) che hanno ampiamente condiviso le argomentazioni dei legali di Iadonisi junior, gli avvocati Rocco Maria Spina e Paolo Gallina. Condanna al ribasso anche per il suo complice Giuseppe Ciotola che dai sei anni e sei mesi del primo grado ottiene tre anni e sei mesi. I legali annunciano che presto chiederanno di rimodulare la misura cautelare. I due giovani furono arrestati a Giugliano nell’ottobre del 2022:
ad effettuare il blitz i carabinieri di Aversa in un albergo in via Domitiana. I due giovani finirono in manette dopo un’attività di osservazione del territorio con i carabinieri che scoprirono l’esistenza di una piazza di spaccio ‘mobile’ presso un albergo del litorale giuglianese. Dopo aver assistito ad uno ‘scambio’ i carabinieri decisero di intervenire bloccandoli e perquisendo la loro stanza di albergo. Qui furono rinvenute una pistola calibro 38 Smith e Wesson (risultata rubata a Sant’Antonio Abate), cartucce e sette dosi di cocaina. Durante l’udienza di convalida il gip del tribunale di Napoli nord Donata Di Sarno convalidò gli arresti con relativa emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini, che hanno condotto all’individuazione della base operativa dei due indagati tratti in arresto, erano state avviate a seguito di una rapina commessa a Lusciano da due individui a bordo di uno scooter Kymco nei confronti dei due occupanti di un auto colpiti da un colpo d’arma da fuoco esploso dal rapinatore per impossessarsi dell’orologio Rolex del conducente.
Le accuse contro Iadonisi
Il provvedimento fu di notevole rilevanza investigativa perchè emersero alcuni dettagli delle attività criminali di Iadonisi e Ciotola. Sui loro smartphone i carabinieri ritrovarono infatti fotografie di armi di ogni genere nonchè orologi di lusso molto probabilmente oggetto di rapina. In alcune intercettazioni inoltre emerse l’ipotesi di un probabile coinvolgimento dei due in alcuni fatti di cronaca avvenuti nell’area flegrea. Iadonisi in particolare, in una conversazione registrata dagli inquirenti diceva testualmente:”Io e te Peppe usciamo con quella cosa mitragliamo dieci macchine le cose dei scemi”.