L’uomo, cinese, in manette dal 2016, ha confessato i delitti dopo quasi trent’anni di indagini. Nel frattempo ha condotto una vita tranquilla e insospettabile con due figli e un negozio di alimentari. L’arresto è avvenuto dopo il fermo di un parente del killer per reati non collegati: l’analisi del Dna dell’uomo ha così evidenziato un legame con la serie di omicidi.
Una particolarità era l’ossessione per l’omicida per le donne vestite di rosso: “Ci troviamo di fronte a un pervertito sessuale che odia le donne, un maniaco che cela le proprie emozioni, un asociale, ma paziente, capace di programmare le azioni”, le parole dello psichiatra del Dipartimento criminale.