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L’assalto fallito alla piantagione di marijuana, il retroscena sugli arrestati del furgone bianco a Giugliano

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Probabilmente stavano per mettere a segno una rapina, ma per ora rispondono solo di detenzione abusiva di armi, detenzione di munizioni da guerra e ricettazione le otto persone, residenti tra Giugliano e Villaricca, fermate ieri dai carabinieri in uno spettacolare blitz a Casacelle all’uscita dell’Asse Mediano. Dopo le formalità di ritorno, adesso rinchiusi nel carcere di Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida. I nomi sono: Antonio Mangiapile, Sabatino Cimmino, Federico Fabozzi e Gaetano Esposito (tutti difesi dall’avvocato Luigi Poziello), Antimo Pugliese (difeso dall’avvocato Alessandro Caserta), Roland Leshi (difeso dall’avvocato Giovanni Abbate), Salvatore Mauriello e Antonio Di Matteo (difesi dall’avvocato Antonio Peluso).

Il blitz dei carabinieri e il retroscena

I carabinieri della compagnia di Giugliano, guidati dal capitano Andrea Coratza, li hanno sorpresi a bordo di un furgone, una Fiat Panda e una Fiat Punto. Nei veicoli avevano nascosto l’utile per compiere rapine: una mitraglietta “scorpion” con matricola abrasa e carica, una semiautomatica carica provento di furto 37 cartucce calibro 9, telefoni cellulari e poi falci, tronchesi, pinze, guanti, scaldacollo, berretti e giacche. Da indiscrezioni investigative pare che la banda stesse preparando una rapina ad una piantagione di marijuana. Tant’è che oltre alle armi (rinvenute in una delle due auto) sono stati trovati anche diversi oggetti per il taglio e la potatura degli arbusti, tra cui tenaglie, falci e forbici. Si tratta di un’ipotesi su cui ci sono ulteriori accertamenti in corso. Non sono indagati per rapina, visto che i carabinieri sono intervenuti prima che mettessero a segno il colpo, ma di detenzione abusiva di armi, detenzione di munizioni da guerra e ricettazione. Naturalmente ci sono altre indagini in corso da parte dei militari dell’Arma su cui c’è il più stretto riserbo.

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