“E’ sempre stato amico di Marco di Lauro, che lo utilizzava per picchiare la gente; poi si mise a fare usura con i soldi ereditati dal padre Nicola che era un contrabbandiere”. Questo il profilo che il pentito Salvatore Tamburrino ha tracciato di Raffaele Rispoli, parente di Tina, anche lui finito in carcere nel blitz contro i Di Lauro.
“Frequentava il clan, cambiava gli assegni poi dopo il 2004 è finito in carcere. Nel 2011 era con gli Amato Pagano e poi passò con la Vanella Grassi con Pilotino con il quale avevano piazze di droga. Mennetta gli tolse la quota della piazza perché Rispoli non voleva fare reati di sangue. Rispoli Vincenzo e Raffaele si sono poi legati a Di Lauro Vincenzo e per come ho già riferito si sono messi a fare le estorsioni per finanziare il capannone delle sigarette e seppi da Di Lauro Vincenzo che Raffaele Rispoli aveva partecipato con una quota all’affare del capannone delle sigarette. Inoltre si prendeva anche una quota dalle estorsioni”, racconta Tamburrino
La storica affiliazione di Rispoli Raffaele e l’estrema devozione al clan Di Lauro, emergeva con chiarezza nei commenti effettuati in relazione all’arresto di Marco Di Lauro. In tal senso la conversazione telefonica del 02 marzo 2019, alle ore 19.25, in cui Rispoli Raffaele si mostra rammaricato dell’arresto “eh ma amore è successo come una munnezza però mannaggia non doveva capitare” esternava ad una donna che Tamburrino a seguito dell’omicidio della moglie, si sarebbe dovuto sparare “in bocca, in gola” per poi definirlo “quel bastardo, un bastardo di merda”.
