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sabato, Aprile 20, 2024
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Blitz contro la camorra di Caivano: trovati kalashnikov e pacchi di soldi

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Durante la pandemia la camorra aiutava le famiglie bisognose di Caivano fornendogli  la spesa. Questo lo sconvolgente dettaglio documentato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna che oggi hanno arrestato a Caivano 20 persone accusate, a vario titolo, dalla Dda di associazione di tipo mafioso, denominata clan Gallo-Angelino. Accusati anche di estorsioni consumate e tentate, di detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. Scoperti impianti di video sorveglianza, nascosti nelle mura, e armi, Kalashnikov, seppelliti pronti all’uso.

IL CONTROLLO DEL TERRITORIO

Il controllo del territorio sarebbe stato realizzato anche attraverso attività apparentemente lecite, volte al soccorso di soggetti economicamente già fragili e maggiormente indeboliti dal periodo di pandemia dall’emergenza Covid 19, ponendo in essere una forma di “sostegno interessato” verso i giovani bisognosi che avevano perso il lavoro in realtà già depresse. In particolare nel periodo del blocco delle attività sarebbe stato organizzato un vero e proprio “banco di distribuzione di alimenti” alle famiglie bisognose di Caivano.

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ESTORSIONE AGLI IMPRENDITORI

Il sodalizio criminoso, attivo in Caivano e territori limitrofi dal novembre 2019 al maggio 2020, avrebbe operato mediante sistematiche richieste estorsive ai danni di imprenditori edili e commercianti della zona e si sarebbe avvalso anche di una grande disponibilità di armi, molte delle quali abilmente occultate sottoterra o in intercapedini di edifici. Tanto avrebbe assicurato al gruppo criminale la supremazia rispetto ad altre organizzazioni camorristiche presenti nell’area.

BANCO DI DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI

Il controllo del territorio, inoltre, sarebbe stato realizzato anche attraverso attività apparentemente lecite, volte al soccorso di soggetti economicamente già fragili e maggiormente indeboliti dal periodo di pandemia da emergenza coronavirus. Il clan di poneva, dunque, in essere una forma di “sostegno interessato” verso i giovani bisognosi che avevano perso il lavoro in realtà già depresse.

 

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