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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Cadavere ritrovato a Scampia, Gargiulo era sfuggito agli ‘squadroni della morte’ del clan

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Domenico Gargiulo era scampato agli squadroni della morte degli Abete-Abbinante ma nulla ha potuto contro chi gli ha tolto la vita abbandonandolo in un’auto in via Zuccarini a Scampia. Sono ore frenetiche per cercare un filo, un indizio che possa aiutare gli investigatori a percorrere la pista giusta. Quel che è certo è che Gargiulo, ritrovato ieri pomeriggio, era sparito da due giorni come testimoniano le denunce fatte dalla famiglia a carabinieri e polizia. L’ultima a chiedere notizie su ‘Sicc e Penniell’ era stata la sorella che l’altro pomeriggio si era recata presso il commissariato di Scampia. Gargiulo divenne famoso alle cronache per essere scampato ad un agguato durante la terza faida che opponeva gli Abete-Abbinante alla Vanella Grassi alleata con i Marino e i Leonardi. In quell’occasione a morire fu però un innocente.

Erano in cinque e avevano un solo e unico obiettivo: uccidere il boss della Vanella Grassi Antonio Mennetta. Lo chiamavano ‘squadrone della morte’ del Monterosa dalla provenienza dei suoi killer. A parlare di questa batteria di fuoco è stato il collaboratore di giustizia Carmine Annunziata, ex sodale del gruppo dei Sette Palazzi:«La batteria del Monterosa era composta da Arcangelo AbbinanteSalvatore BaldassarreGiuseppe MontaneraGennaro Abbinante e Giovanni Carriello. Suoi obiettivi erano i personaggi di spicco dello schieramento avverso». Di questo gruppo un ruolo di primo piano lo ricoprivano Abbinante Arcangelo e Montanera:«Se la vittima era di minor rilievo, Abbinante doveva necessariamente dare il consenso. Per farvi un esempio Abbinante si è opposto alla morte di persone indicate dai suoi sottoposti: esempio del fratellastro di Marino Gaetano, Michele o Valentino, tossicodipendente oppure Domenico Gargiulo, all’inizio, prima dell’omicidio di Roberto Ursillo. In questi due casi Arcangelo Abbinante fu interpellato telefonicamente da Baldassarre Salvatore e da Montanera Giuseppe ed Arcangelo disse no in entrambi i casi perché era gente che non contava».

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