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venerdì, Marzo 29, 2024
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Carabinieri infedeli a Sant’Antimo, Riesame da rifare: ordinanza annullata per Di Marino

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Ordinanza annullata e Riesame da rifare per Vincenzo Di Marino, il maresciallo dei carabinieri in servizio nella tenenza di Sant’Antimo coinvolto nell’inchiesta sui rapporti tra politica e camorra nel centro dell’hinterland partenopeo. L’accusa per Di Marino è quella di abuso di ufficio con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan Puca. Indagini partite dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Claudio Lamino. Contro la decisione del Riesame, che aveva confermato per Di Marino l’esigenza di misura cautelare, era stato proposto ricorso in Cassazione dai legali di Di Marino, gli avvocati Luigi Senese e Antonio Del Vecchio. La Suprema Corte (VI sezione) ha pienamente accolto le motivazioni della difesa stabilendo il rinvio per un nuovo giudiziio.

La presunta ‘rivelazione’ di un nuovo pentito a Sant’Antimo

Ad ‘inguaiare’ Di Marino era stato un altro pentimento, quello di Domenico Esposito compagno all’epoca di Rosa Puca, madre del pentito Ferdinando Puca. Secondo la Procura il 29 giugno 2017, il maresciallo Di Marino incontrando Camillo Petito, uomo ritenuto vicino al clan Verde, avrebbe rivelato l’esistenza di un nuovo pentito nel clan. Questo perchè, subito dopo l’incontro, fu intercettata una chiamata tra lo stesso Petito e Francesco Di Lorenzo, ex presidente del consiglio comunale di Sant’Antimo. Petito avrebbe avvertito Di Lorenzo dell’esistenza di una nuova ‘voce di dentro’:«Si è pentito un altro, si è pentito. Sta raccontando 2011, 2012». Questa la frase incriminata. Secondo gli investigatori, Petito aveva potuto sapere questa circostanza solo dal carabiniere. I legali di Di Marino sono riusciti a smontare le accuse dimostrando per ora che il maresciallo non avrebbe potuto agevolare nessun gruppo. La palla ora passa al nuovo Riesame.

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