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martedì, Aprile 23, 2024
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Carnevale di sangue sul lungomare di Napoli, ragazzino accoltellato dopo una rissa

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Un 15enne è rimasto ferito ad una mano con un’arma da taglio in una rissa tra ragazzini avvenuta in via Partenope sul lungomare di Napoli; il minorenne è stato medicato nell’ospedale Pellegrini. I clienti che erano nei locali della zona e in strada sono fuggiti spaventati. La notizia della rissa, diffusa dalla Confesercenti che parla di gravi danni per l’economia e riferisce anche di un assalto ad un automezzo del 118, è stata confermata dalla Polizia. «La lite ha svuotato i ristoranti, ho chiesto al prefetto e al questore un incontro urgente sulla sicurezza. I controlli sono assenti» dice Vincenzo Schiavo, presidente dell’organizzazione.

La rissa sarebbe avvenuta in due momenti successivi coinvolgendo intorno all’ora di pranzo alcuni minorenni. Confesercenti e Fiepet Napoli condannano l’episodio e lamentano «le gravi ripercussioni sulle attività commerciali della zona». Con due lettere firmate dai presidenti di Confesercenti Napoli, Vincenzo Schiavo, e Fiepet Napoli, Antonio Viola e del vicepresidente Fiepet Roberto Biscardi, è stato chiesto un incontro urgente sia al prefetto, Marco Valentini, che al questore Alessandro Giuliano.

«Segnaliamo che una banda di ragazzini ha scatenato una rissa e ha aggredito un automezzo del 118 in via Partenope – si legge nella missiva – e che questi delinquenti erano sprovvisti delle mascherine. Gli esercizi pubblici del lungomare non possono subire ulteriori danni oltre quelli che li hanno già messi in ginocchio, per cui richiediamo ancora maggiore vigilanza e presenza». «Ai nostri occhi – aggiunge Schiavo – lo Stato è assente, la città pare abbandonata al suo destino. Non è possibile che sul posto ci siano appena due volanti della polizia. È l’ultimo giorno di Carnevale, c’è il sole, è festa, era assolutamente scontato un assembramento di persone. I protagonisti di questa rissa sono delinquenti, gentaglia senza rispetto degli altri e della città. A pagare purtroppo sono sempre i ristoratori, già sommersi dai debiti, già vessati da un anno di Covid e dalle mille restrizioni».

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