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venerdì, Aprile 26, 2024
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Casalesi e clan Mallardo, quel summit di camorra nel ristorante a Giugliano: al tavolo anche ‘i cugini’

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Summit di camorra nel ristorante tra i Mallardo ed i Casalesi. C’è anche questo nell’inchiesta che ha portato 20 persone a finire sotto indagine. Diverse le accuse mosse  dalla procura Antimafia di Napoli: associazione camorristica, corruzione, estorsione, intestazione fittizia e turbata liberta’ degli incanti.

La genesi della complessa indagine è routinaria. Sono gli sviluppi a rivelarsi impensabili. La Distrettuale Antimafia, in coordinamento dei carabinieri di Caserta, mette sotto lente d’ingrandimento una serie di appalti sui quali, a parere degli inquirenti, si stavano concentrando gli interessi della camorra.

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Scattano le misure cautelari. A due persone il Tribunale commina il divieto di esercitare attivita’ di impresa. Tra i due c’è il suocero del fratello di Francesco “sandokan” Schiavone, ex boss del clan dei casalesi, e l’imprenditore che avrebbe acquistato da un poliziotto la pen drive di Swarovski presa dal bunker  dove fu stanato Michele Zagaria.

I carabinieri di Caserta mettono sotto vigilanza due cugini (legati da parentela agli Schiavone).

Il summit di Camorra a Giugliano

I due si recano a un incontro, in una tenuta a Giugliano. Il summit, datato 8 gennaio 2015, a cui partecipano esponenti ritenuti a capo di due fazioni del clan dei casalesi e del clan Mallardo. I militari seguono i cugini attraverso il segnale gps della macchina. Le intercettazioni sono inaspettate. Uno dei due, infatti, propone di evitare i cellulari, “di lasciarli fuori” perche’ “sono pericolosi”.

Il summit dura diverse ore, nel corso delle quali i partecipanti mettono a fuoco una strategia operativa, che è il minimo, ma che coinvolge e triangola gli interessi dei diversi clan. Un patto che riguarda denaro, di centinaia di migliaia di euro, e appalti, soprattutto ne settore dei rifiuti. Poi qualcosa va storto. Viene fuori un nome, qualcuno molto legato al super boss Michele Zagaria. Troppo anche per lo stomaco dell’uomo che rappresenta il clan Mallardo. La strategia forse va a monte. Ma la Distrettuale aveva già registrato tutto.

I nomi degli indagati

Iscritti nel registro degli indagati: Domenico Concilio di Qualiano; Raffaele De Angelis di Casal di Principe; Orlando Fontana di Casapesenna; Cesare Massaro di Casal di Principe; Luigi Massaro di Casal di Principe; Salvatore Merola di Curti; Francesco Natale di Santa Maria Capua Vetere; Nicola Panaro di Casal di Principe; Carlo Antonio Piccirillo di Santa Maria Capua Vetere; Giuseppe Rammairone di Caserta; Michele Sepe di Afragola; Domenico Sepe di Napoli; Salvatore Sestile di Giugliano; Carmine Schiavone di Casal di Principe; Luigi Schiavone di Casal di Principe; Vincenzo Schiavone di Casal di Principe; Giuseppe Tufaro di Portico; Antonio Verazzo di Casal di Principe; Orlando Vicigrado di Aversa.

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