A quasi diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, tornano a galla elementi finora rimasti sullo sfondo delle indagini. Tra questi, un presunto legame sentimentale della vittima con un uomo adulto del paese, diverso da Alberto Stasi, suo fidanzato dell’epoca e unico condannato in via definitiva per il delitto.
A riportare l’attenzione su questo dettaglio è il programma televisivo Le Iene, in un servizio curato da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese in onda martedì 3 giugno. La trasmissione anticipa contenuti inediti emersi nell’ambito della nuova inchiesta: tra questi, uno scambio di email tra Chiara Poggi e un’amica, Cristina Tosi, datato 5 luglio 2007, che lascerebbe intuire una crisi nella relazione con Stasi e un coinvolgimento con un altro uomo.
“I tuoi intrallazzi?” – “Stanno vivendo un periodo di stasi…”
In uno dei passaggi più significativi della corrispondenza, l’amica chiede a Chiara notizie sui suoi “intrallazzi”. La giovane risponde in tono criptico ma rivelatore: “Stanno vivendo un periodo di stasi… Il mio piccione al telefono dà sempre soddisfazioni, mentre con l’altro ultimamente non ci vado troppo d’accordo”. Una frase che apre a interpretazioni su una possibile doppia relazione, o comunque su una situazione sentimentale complessa e poco lineare.
Il racconto di una testimone oggi deceduta
Secondo quanto riferito da Le Iene, una testimone – oggi deceduta – avrebbe raccontato che Chiara Poggi aveva avuto una relazione consenziente con un uomo adulto di Garlasco. Un’informazione che, se confermata, potrebbe gettare nuova luce su un aspetto mai realmente approfondito durante le prime fasi dell’inchiesta, e che non risulta aver avuto alcun impatto sul processo che ha condotto alla condanna di Stasi.
Il mistero del secondo cellulare
Un ulteriore elemento di ambiguità è rappresentato dal presunto possesso da parte di Chiara di un secondo cellulare. Francesca Di Mauro, un’amica della giovane, parlò all’epoca di due telefoni: uno Nokia di colore azzurro, l’altro più piccolo e apribile. Perché Chiara aveva due dispositivi? Chi contattava attraverso il secondo telefono? Domande che non hanno mai trovato risposta, anche perché nel 2007 le indagini non approfondirono la questione, né furono analizzati eventuali tabulati.
Rilettura del caso o nuove piste?
La rinnovata attenzione sul caso Garlasco arriva in un momento in cui cresce il dibattito sull’effettiva solidità del verdetto che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi. Se da un lato il materiale oggi riscoperto non costituisce prova nuova, dall’altro solleva interrogativi su ciò che non fu indagato con sufficiente profondità.