Si chiama Salvatore Palmentieri, alias o’ pucuraro, il capo della banda dei cavalli di ritorno sgominata di carabinieri e che aveva la sua base nel rione Salicelle di Afragola. Palmentieri era ai domiciliari ma nonostante ciò riusciva a gestire il traffico di auto rubate nell’area a Nord di Napoli e nell’Agroaversano. Sono 31 le persone coinvolte nel blitz, di cui 18 in carcere e 9 ai domiciliari. I prezzi che le vittime dovevano sborsare se volevano riavere indietro la vettura rubata dipendeva dal modello. Si andava dai 400 euro per le auto di medio valore e un po’ vecchiotte fino a 10mila per le auto più lussuose. La Panda quella più rubata, per riaverla indietro bisognava spendere 1500 euro.
I nomi degli arrestati
Oltre a Palmentieri sono finiti nel blitz Salvatore Angelino, Gennaro Bassolino, Giovanni Bassolino, Fabio Capone, Carmine D’Agostino, Gennaro Esposito, Giuseppe Garofalo, Andrea Giacco, Alessandro Laezza, Antonio Rosmino, Benito Sepe, Gaetano Setola, Domenico
Taddeo, Antonio Tessitore, Umberto Tessitore, Antonio Tornatelli, Mariano
Tuppo.
Ai domiciliari Pasquale Barone, Felice Facciuto, Domenico Giacco, Anastasia Lista,
Salvatore Marrone, Giovanni Palmitano, Vincenzo Setola, Daniele Tortora e
Raffaele Vitale. Obbligo di dimora a Salvatore Castaldo, obbligo di firma per Domenica Rosmino, Marco Salzano e Nunziata Tornatelli.
La tecnica utilizzata
Le parole magiche dell’organizzazione dei cavalli di ritorno del Rione Salicelle erano due: «l’imbasciata» e «il dieci per cento». La prima, nel gergo dialettale della holding, stava a significare che c’era un’auto rubata e pronta a essere riconsegnata dietro pagamento del riscatto. La seconda invece sintetizzava in percentuale la somma che le vittime dovevano pagare per riavere il maltolto.
