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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Si vendeva le celle”, il pentito accusa l’ispettore del carcere di Secondigliano

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I trasferimenti dei detenuti sarebbero avvenuti attraverso il pagamento in denaro alle guardie penitenziere in servizio al carcere di Secondigliano. Secondo le accuse formulate dai magistrati i detenuti Ciro Niglio e Eduardo Fabricino avrebbero dato agli agenti Gigante e Mario Fabozzi denaro o altre utilità, in particolare la somma di denaro di 3000-4000 euro, per compiere atti contrari ai doveri del loro uffici: disporre lo spostamento dei detenuti anche tra diversi Reparti dell’istituto penitenziario e consentire agli appartenenti allo stesso sodalizio criminale di essere allocati nelle stesse celle.

Inoltre il sistema dei trasferimenti è emerso in un’interrogatorio del 29 settembre del 2021. Il collaboratore di giustizia Vincenzo Topo parlò dell’ispettore Francesco Gigante, uno dei tre agenti della Polizia Penitenziaria finiti agli arresti domiciliari nell’operazione delle forze dell’ordine condotta ieri.

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CELLE VENDUTE PER 1200 EURO

Secondo il racconto di Topo l’ispettore, coordinatore del Reparto Ligure da 20 anni era in stretti legami con un detenuto ritenuto appartenente al clan Moccia che gli faceva da intermediario, avrebbe chiesto 1000 o 1200 euro per lo spostamento da una stanza all’altra e 4mila o 5mila euro quando si sarebbe trattato di ottenere lo spostamento in un altro carcere o dall’isolamento. Le tariffe degli agenti della polizia penitenziaria sono emerse dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Isabella Iaselli su richiesta dei pm Luigi Landolfi e Simona Rossi. 

Il sistema dei trasferimenti sarebbe stato ricostruito così da Topo: “Posso dire che io non ho avuto mai rapporti con lui, ma altri detenuti, in particolare Vigilia e Marasco, mi hanno detto che loro sapevano, senza specificare come e da chi, che l’ispettore Gigante era coinvolto in vari traffici all’interno del carcere, soprattutto lui si vendeva le celle, cioè riceveva soldi dai detenuti e dai loro familiari all’esterno del carcere per consentire i cambi di stanze e mettere i detenuti nelle celle con i compagni che volevano”.

Secondo i magistrati il collaboratore è molto attento ad evidenziare che le notizie su Gigante e Fabozzi erano state da lui apprese da Vigilia e Marasco che, è bene ricordarlo, sono gli organizzatori dell’associazione di cui Topo faceva parte. Era quindi persona di fiducia alla quale poter rivelare le proprie conoscenze.

Giro di droga e telefonini nel carcere di Secondigliano, arrestati 4 agenti penitenziari

Sono stati arrestati 4 agenti di polizia penitenziaria dopo la scoperta del giro di droga e telefonini nel carcere di Secondigliano. Tutto è iniziato con il blitz di ieri condotto tra Napoli, Frosinone e Salerno e negli istituiti penitenziari di Napoli, Campobasso, Cosenza, Fossombrone, Spoleto, Voghera, Saluzzo, Tolmezzo e Trapani da parte del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli e il Nucleo Investigativo Centrale del Corpo della Polizia Penitenziaria.

Le forze dell’ordine eseguivano un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, 22 in carcere e 4 agli arresti domiciliari. Provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 26 soggetti, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio.

L’indagine permetteva di raccogliere plurime fonti di prova, anche a riscontro delle dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia, circa l’esistenza di una piazza di spaccio all’interno del carcere di Secondigliano. Dunque all’interno del penitenziario giravano cocaina, hashish e marijuana.

IL RUOLO DEGLI AGENTI PENITENZIARI

L’attività investigativa accertava le condotte di corruzione a carico di appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria. Dietro compenso gli agenti consentivano l’introduzione di droga e di cellulari. Inoltre favorivano lo spostamento di detenuti all’interno della struttura e la disposizioni degli appartenenti dei gruppi criminali nelle stesse celle. Dunque sono quattro gli agenti della polizia penitenziaria arrestati. Per il 59enne Salvatore Mavilla, attualmente in pensione ma in servizio all’epoca dei fatti contestati, il gip di Napoli ha disposto il carcere. Il 55enne Mario Fabozzi, il 58enne Francesco Gigante e il 47enne Giuseppe sono ai domiciliari.

Nel ragù, infilata nei preservativi, nelle bottiglie di detersivi o attraverso droni: così entra la droga nel carcere di Secondigliano

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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