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«Cesare rifiutò di far uccidere il ras», dopo quel no scoppiò la faida

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Poche settimane prima che la faida di Secondigliano e Scampia fosse conclamata vi fu un incontro tra Cosimo Di Lauro e i rappresentanti delle famiglie degli ‘spagnoli’ per verificare la possibilità di svolgere pacificamente attività illecite nel comune di Casavatore.  Un summit tenutosi all’inizio del 2004 e che ha fatto storia. A riferirlo ai magistrati è stato il collaboratore di giustizia Carmine Cerrato:«Per tale incontro scende Raffaele Amato, Cesare Pagano, Rito Calzone, Lucio Carriola, tutti ci rechiamo a Varcaturo. Il mediatore tra noi e Cosimo Di Lauro lo fa Gaetano detto Spasiello, affiliato al clan Di Lauro e morto ammazzato il 1 novembre 2004, essendo stato ucciso da noi. L’incontro avviene a Casavatore con le seguenti modalità: viene dato in consegna Carmine Pagano detto Angioletto a Spasiello che lo porta nella zona cosiddetta Ngopp o palazz nei pressi di piazza Zanardelli dove viene tenuto in consegna da Marco Di Lauro, Salvatore Tamburrino, Giuseppe Prezioso ‘a befan e altri che non ricordo. Da noi a Casavatore vengono Cosimo e Ciro Di Lauro».

Il racconto prosegue con Cerrato che spiega:«Cesare comunicò a Cosimo quali erano i soggetti, affiliati al clan Di Lauro, ora passati con lui e con il cognato Lello, nascose gli altri affiliati che non si erano ancora dichiarati contro Cosimo, come noi, ma che ci avevano già detto di essere d’accordo come i Pariante, gli Abbinante e quelli di Mugnano. In particolare i capi di Mugnano Duro e Panico (poi uccisi dai Di Lauro ndr) ci stavano già procurando delle case di nascosto a Cosimo Di Lauro. Cesare ci disse che Cosimo era d’accordo ma a condizione che Lello Amato rimaneva per sempre in Spagna e che Cesarino doveva uccidere Carriola e Calzone in quanto questi, pur non essendo della famiglia di sangue Amato-Pagano, avevano lasciato il clan Di Lauro. Cesarino disse a Cosimo che erano condizioni inaccettabili». Quello però non fu il solo incontro. Ci fu un altro summit, questa volta a Casavatore, occasione in cui fu nuovamente tenuto come ‘ostaggio’ il nipote di Amato, e questa volta le richieste di Cosimo furono ancora più decise:«Cosimo chiedeva a Cesare di uccidere Lello Amato, Giacomo Migliaccio, Rito Calzone, Lucio Carriola; Cosimo diceva che lui si sarebbe incaricato di fare uccidere Biagio Esposito in quanto sapeva che si trovava a Ravenna. Dato che Cesarino si rifiutò, Cosimo gli disse che sarebbe morto insieme ai suoi compagni».

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