Sul gruppo Telegram c’erano un pò tutti: dai professionisti alle casalinghe, dagli operai agli studenti e tutti avevano un solo obiettivo: evitare posti di blocco e controlli delle forze dell’ordine. I motivi erano sparuti, dal neo maggiorenne alla guida sotto stato di ebbrezza alla casalinga sprovvista di rca, all’operaio con la revisione scaduta.
Poco meno di 4mila iscritti che rapportati ad una città, quella di Terni, che conta appena 100mila abitanti, fa capire la portate e l’importanza per la comunità delle info che venivano scambiate in chat. Lunedì è però arrivato lo stop dagli investigatori della digos che hanno chiuso la chat «posti di blocco tr». Il primo obiettivo, quello di oscurare il gruppo, è stato raggiunto, adesso però bisognerà dare nomi e volti ai 3870 ternani che hanno eluso la legge, rendendo vani i posti di controlli realizzati dalle forze dell’ordine.