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venerdì, Aprile 19, 2024
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Si consegna boss della camorra: D’Alessandro era fuggito a Campobasso

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Clan D’Alessandro. Il pregiudicato Giovanni D’ Alessandro, 47 enne, ritenuto un elemento di spicco dell’ omonimo clan attivo a Castellammare di Stabia si è costituito nel carcere di Larino, a Campobasso. D’ Alessandro era sfuggito alla cattura il 3 giugno nell’ ambito dell’ operazione dei Carabinieri di Torre Annunziata che eseguirono 29 provvedimenti della DDA di Napoli nei confronti di altrettanti appartenenti ai clan D’ Alessandro ed Afeltra-Di Martino, attivo sui Monti Lattari per associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di droga. Da allora, D’ Alessandro era latitante. In conclusione i militari gli hanno notificato in carcere l’ordinanza di custodia cautelare.

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito 26 arresti nel clan D’Alessandro nell’ambito di un’operazione nell’area stabiese. Eseguita un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, degli arresti domiciliari e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria emessa su richiesta della Dda, dall’ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli. La misura cautelare è destinata a ventisei soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Tra i capi d’accusa, inoltre, figurano anche la detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose. Alcuni degli arrestati agivano avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan D’Alessandro, nonché al clan Afeltra-Di Martino.

 

Le gerarchie e i ruoli nel clan

Dunque il meccanismo era stato creato ad hoc e prevedeva una piattaforma unica per la distribuzione della Marijuana sulle diverse piazze di spaccio. Tutto avveniva sotto la regia di un direttorio composto da elementi di massimo vertice del clan D’Alessandro, che fissava il prezzo minimo di vendita dello stupefacente. Lo scopo era ricavarne una quota fissa da destinare al mantenimento degli affiliati detenuti ed alle rispettive famiglie.
Per l’acquisto degli stupefacenti, su larga scala, il clan D’Alessandro si era affidato nel corso del periodo d’indagine ad una rete di ‘broker’. Gli intermediari reperivano lo stupefacente attraverso nuovi canali di approvvigi

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